Farmaci per il Disturbo di panico (con o senza agorafobia)
L’obiettivo del trattamento farmacologico di questo disturbo è quello di bloccare l’emergere di nuovi attacchi di panico. Se associato, potrebbe portare ad altre azioni benefiche, come alleviare l’ansia anticipatoria e migliorare il legame fobico, con un effetto positivo sulla depressione e il miglioramento delle prestazioni.
Il disturbo di panico con o senza agorafobia è caratterizzato da un’elevata tendenza alla cronicizzazione ed è anche associato a frequenti complicazioni. Si consiglia pertanto di controllare un trattamento specifico prolungato al fine di garantire il mantenimento clinico.
Antidepressivi
Revisioni successive hanno scoperto che la paroxetina, fluoxetina, fluvoxamina, citalopram, sertralina, clomipramina e imipramina, rispetto al placebo, possono migliorare i sintomi. Gli effetti collaterali associati a questi farmaci sono: mal di testa, tremore, secchezza delle fauci, sonnolenza,
nausea e vertigini.
Il Ministero della Salute avverte sull’uso di inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina e sull’aumento del rischio di autolesionismo, di suicidio, sulle complicazioni durante la gravidanza, quest’ultime tra le quali ipertensione polmonare persistente, malformazioni neonatali e congenite, soprattutto cardiache e, nelle ultime fasi della gravidanza, possono interferire con i sistemi respiratori e parasimpatici dei neonati con un aumentato rischio di sintomi respiratori e del sistema nervoso centrale.
Ci possono essere, inoltre, altri effetti come ipoglicemia e problemi di regolazione. Anche se questi risultati non sono dovuti alla tossicità o la rimozione di inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina. Al fine di evitare il potenziale rischio di effetti avversi neonatali, si consiglia di utilizzare la più bassa dose di inibitori selettivi e una durata del trattamento più breve possibile.
I nuovi orientamenti per i miglioramenti significativi nella fase acuta del panico considerano l’uso di inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (citalopram, escitalopram, fluoxetina, fluvoxamina, paroxetina e sertralina) e di inibitori selettivi della ricaptazione della noradrenalina (venlafaxina a rilascio prolungato) per il trattamento farmacologico degli attacchi di panico.
Paroxetina, citalopram, fluoxetina, sertralina e venlafaxina hanno dimostrato benefici prolungati e
continui miglioramenti oltre i 6-12 mesi di trattamento.
Anche se l’imipramina e venlafaxina hanno dimostrato di prevenire le ricadute a lungo termine, l’interruzione del trattamento antidepressivo comporta un rischio di ricaduta, quindi la terapia spesso deve essere fatto per un lungo periodo (almeno 12 mesi).
Articolo a cura: Dott. Pierpaolo Casto – Psicologo e Psicoterapeuta – Specialista in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale
Si consiglia la visione del seguente video:
“Attacchi di panico: curarli con farmaci o psicoterapia” (A cura del Dott. Pierpaolo Casto)