Valutare il B
Il compito
del terapista è ora di valutare le correlate immagini,
inferenze, valutazioni, assunzioni disfunzionali, che abbiamo
visto precedentemente. Prima di fare questo, il terapista si
pone come obiettivo che il paziente comprenda che il
significato che gli eventi hanno per lui, cioè il B, quindi il
significato che egli dà agli eventi, è centrale per capire il
suo problema. Raggiungere una prospettiva comune su questo
punto è essenziale per il processo di cambiamento. Per prima
cosa, il terapista deve chiarire con il paziente che l’analisi
A-C è carente su questo punto, cioè che il solo evento non può
giustificare e determinare le reazioni del paziente ( C);
questo è anche perché egli stesso potrebbe rispondere o aver
risposto differentemente, anche solo in via di principio. Il
terapista cerca comunicare che la parte carente è proprio
quella del significato personale che ha, o ha avuto, per il
paziente. Quindi, il terapista riferisce che il paziente ha
una “teoria A-C” sul proprio problema; quindi si cerca di
comunicare e trasmettere al paziente un “teoria ABC”. In
sostanza, che le persone non sono disturbate o preoccupate
dalle cose in sé stesse, ma dalle loro interpretazioni su
esse.
Ci sono un
certo numero di modi pratici di aiutare il paziente a
raggiungere questi insights. Uno di quelli più pratici è il
dare un semplice A, ad esempio, se essi sentono un rumore
fuori dalla finestra della propria casa nella notte: essi
possono variare la risposta emotiva nel C, e quindi suggerirli
di immaginare che possono sentirsi ansiosi o arrabbiati o
sereni, e riportare i loro pensieri nel B, in ciascuno dei
casi che porta a cambiare da un C ad un altro C.
Il
terapista, quindi, modifica il problema A-C del paziente, e
riferisce che il prossimo compito sarà quello di esplorare le
convinzioni proprie del paziente nel B. Il modo migliore per
scoprire specifici B del paziente è quello di usare una
conoscenza teorica sulla principale connessione B-C, come
abbiamo visto precedentemente, al fine di guidare un processo
di associazione cognitiva e sequenza logica (thought chaining,
laddering up e down, up e down arrow, ...). La sequenza spesso
inizia con una inferenza, e solitamente si inizia quando il
terapista propone al paziente uno specifico episodio A-C, egli
chiede qualcosa del tipo: “Cosa succede nella Sua mente quando
Lei si sente ...”. Molte inferenze possono essere collegate in
una sequenza. Immaginiamo, ad esempio, un paziente che si
sente depresso ( C), perché la propria partner non gli ha
telefonato come aveva promesso (A), egli inferisce che ciò
significa che Lei è andata con un altro uomo (prima inferenza
B), e questo significa per lui che a lei non piace più lui
(seconda inferenza B), e che questo significa che nessuna
donna lo avvicinerà e che non piacerà mai a nessun’altra
(terza inferenza B). E’ raro, per il paziente, essere
consapevole che il proprio pensiero prende la forma di una
inferenza, e ancora meno di una inferenza sequenziale e
concatenata; nondimeno, l’inferenza è evidente e attiva, ed il
terapista può identificarla e farla emergere nel modo
descritto.
Si può
sostenere che il modo in cui le persone rispondono
emotivamente nel C, riflette una combinazione di inferenze e
valutazioni, ed al termine di una catena di inferenze vi è una
o più valutazioni. Solitamente, è possibile definire le
valutazioni che sono implicite in una proposizione
inferenziale. Le valutazioni sono attribuite dai soggetti su
altri soggetti o su eventi e circostanze varie. Un soggetto
può valutare una parte o un insieme globale - ad esempio, un
singolo comportamento (“questa è stata una brutta azione”), un
tratto personale o un ruolo (“Lui è un pessimo dottore”)
oppure valutare una persona globalmente, come un tutto (“Lui è
totalmente negativo”).
Generalmente, certi tipi di valutazione sono associati con uno
stress intenso. Tra le valutazioni più rilevanti vi sono le
valutazioni personali negative - giudizi interpersonali
globali e stabili sul valore totale di un soggetto. Dato che
le valutazioni negative personali sono una componente
veramente chiave del processo di assessment sono stati
sviluppati, da parte di numerosi autori, vari strumenti che
valutano questo tipo di cognizione; ad esempio il Evaluative
Beliefs Scale, o il Disfunctional Attitude Scale (Freeman et
al., 1990).
In un
paziente, gravemente disturbato a livello emotivo nel C, è
probabilmente radicata una valutazione globale negativa, sia
nei riguardi di Sé, o di altri o di specifici episodi. Quando
una emozione è rabbia il terapista cerca solitamente una
valuazione negativa di tipo “Sé-Altri”. Quindi, nel nostro
precedente esempio con il soggetto che teme di essere
rifiutato, egli sentirà forte rabbia verso il partner, e così
starà formulando un qualche tipo di giudizio negativo su Lei
come “persona”. Quando l’emozione è ansia o depressione spesso
abbiamo delle sequenze cognitive che spesso svelano prima una
inferenza su una valutazione negativa del tipo “Altri-Sé”, ed
in ultimo terminano con una valutazione “Sé-Sé”. Per ritornare
al nostro esempio, se il soggetto si sente depresso, egli
potrebbe credere che la sua partner, che ora starebbe con
qualcun’altro, lo vede come globalmente inadeguato, e lui
potrebbe anche essere d’accordo con tale giudizio, e quindi
formulare, alla fine, una valutazione di tipo “Sé-Sé”.
Praticamente, valutazioni di tipo “Altri-Sé” possono essere
dedotte e quindi inferite (per esempio, tu mi ignori, e per
questo io inferisco come se io non valessi nulla).
Virtualmente, tutte le valutazioni personali negative si
innescano perché il soggetto crede e giudica qualcuno (sé
compreso) o qualcosa come deficitario ad un qualche livello, e
tali valutazioni si accompagnano ad assunzioni disfunzionali
riguardanti il proprio senso di sé o valore personale. Ad
esempio, un paziente può comportarsi secondo una regola
implicita, “sarebbe terribile se ora facessi un errore - e ciò
mi renderebbe totalmente privo di valore, e questo non deve
mai accadere”. Tale regola o bisogno sono spesso espressi
spontaneamente in pensieri automatici (“non devo
sbagliare...”) o emergono durante o al termine dell’assessment
di una sequenza inferenziale.
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