1
I precursori. Dalla Filosofia...
1.1 Nascita del termine psicologia
1.2 L'empirismo inglese: Jhon Locke
2
...alla nascita della psicologia scientifica. La Psicologia
sul finire del secolo XIX
2.1 Charles Darwin
2.2 Franciscus Donders
2.3 Gustav Theodor Fechner
2.4 Ernst Weber
2.5 Wilhelm Wundt
2.6 Hermann Ebbinghaus
2.7 La Scuola di Wurzburg
2.8 Franz Brentano
3
La Psicologia nella prima metà del '900
3.1 La Psicologia nel nord-America
3.1.1 Lo strutturalismo
3.1.2 Il funzionalismo
3.1.3 Il comportamentismo
3.2 La scuola sovietica
3.2.1 La riflessologia
3.2.2 La Scuola storico-culturale
3.3 La psicologia in Europa
3.3.1 La psicologia della Gestalt
3.3.2 La psicologia dinamica
3.3.2.1 Sigmund Freud e la psicoanalisi
3.3.2.2 Carl Gustav Jung e la psicologia analitica
3.3.2.3 Alfred Adler e la psicologia individuale comparata
4
La psicologia tra gli anni '40 e gli anni '70 del Novecento.
Dalla psiche alla mente
4.1 Il neocomportamentismo
4.2 La psicologia sociale
4.2.1 La fine dell'utopia comportamentista
4.2.2 La social cognition
4.3 Il cognitivismo
4.3.1 Watzlawick e la psicologia sistemica
4.3.2 Il cognitivismo HIP: Human Information Processing
4.3.3 Il cognitivismo realista
4.3.4 La scienza cognitiva
4.3.4.1 Gardner
4.4 Il costruttivismo
5
La psicologia sul finire del secolo XX
5.1 Lev Vygotskij in occidente: la riscoperta
5.2 La psicologia fisiologica, la psicofisiologia e la
neuropsicologia
6
Note
7
Bibliografia
8
Voci correlate
-I precursori. Dalla Filosofia...
-Nascita del termine psicologia
Filippo Melantone
La nascita del termine psicologia può
essere fatta risalire al XVI secolo, con il tedesco Filippo
Melantone, latinista e grecista. Per lui la psicologia era
l’insieme di conoscenze filosofiche, letterarie e religiose
sull’animo umano. Per inciso il termine del Melantone fu
psychologia, e comparve nelle opere dei suoi discepoli Rodolfo
Goclenio, Psychologia (in greco) hoc est de hominis
perfectione (1597), e in Otto Cassmann Psychologia
anthropologica sive animae humanae doctrina (1594). Ricerche
recenti hanno individuato che ne esiste una presenza ne
Psychologia de ratione animae humanae (1511-1518) del dalmata
Marcus Marulus (1450-1524), ma la semantica del termine poco
di simile ha con l'uso contemporaneo.[1]
-L'empirismo inglese: Jhon Locke
John Locke
Nel 1690 John Locke, filosofo inglese,
pubblica il Saggio sull’intelletto umano in cui cerca di
ricostruire il funzionamento della mente, per capire come
nascono i nostri contenuti mentali, astratti e complessi.
Per lui all’origine delle idee c'è
l'esperienza, e studia il comportamento animale e umano. Egli
vuole arrivare a capire quale sia il modo migliore per
ragionare. La mente viene però analizzata solo attraverso
ragionamenti e osservazioni, senza esperimenti.
Difatti nel testo Saggio sull’intelletto
umano egli immagina (letteralmente) che cosa possa capitare ad
un apersona, cieca dalla nascita, quando questa riacquista la
vista; e si chiede se riuscirà a comprendere le forme degli
oggetti senza l'utilizzo del tatto, o ne avrà bisogno. Locke
letteralmente immagina un esperimento, non ne compie uno. Per
questo il tentativo di studiare la mente di Locke non avrà
successo in psicologia, anche se molti filosofi prenderanno
spunto da lui per dare una base solida ai propri ragionamenti.
-...alla nascita della psicologia
scientifica. La Psicologia sul finire del secolo XIX
La psicologia scientifica moderna nasce
nella seconda metà dell'Ottocento.
Tra il 1850 e il 1870 fisici e medici si
occupano dello studio della psiche: le sensazioni, le
emozioni, le attività intellettive. Gli scienziati applicarono
allo studio della mente le metodologie che già applicavano
alle scienze naturali, ma senza rendersi conto che stavano
creando una nuova scienza, la moderna psicologia scientifica,
in cui fusero le scienze naturali con lo studio della mente.
-Charles Darwin
Charles Darwin
Nel 1872 Charles Darwin pubblica
L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali in cui
descrive per la prima volta le somiglianze che dimostrano come
uomini e animali comunicano sensazioni e manifestano e
emozioni mediante il comportamento e il movimento di parti del
corpo. Nasce così la teoria fisiologica delle emozioni: per
Darwin le emozioni sono scariche di energia che attraversano
l'organismo, scatenate da stimoli esterni.
La paura è il brusco cambiamento
fisiologico che un organismo incontra in presenza di un
ostacolo. I movimenti con cui noi esprimiamo un'emozione, sono
residui di quei movimenti che un tempo usavamo per uno scopo
preciso. E così la pensa anche l’etologia. Quindi, per Darwin
si comunica anche attraverso il corpo. La CNV, o comunicazione
non verbale, è diventata importante dopo le ricerche con le
api di Karl Von Frisch.
-Franciscus Donders
Tra il 1860 e il 1870, Franciscus Donders
studia i tempi di reazione, cioè il tempo che un individuo
impiega per rispondere allo stimolo. Ancora oggi si usano per
valutare le persone idonee alla guida di autobus ed autocarri.
Donders li studiò per misurare le attività mentali. Più sono i
passaggi mentali per rispondere a uno stimolo e più tempo
viene impiegato per rispondere. Ci sono tre esperimenti
tipici.
esperimento studia quanto tempo occorre a
un individuo per tirare una leva quando vede una luce.
esperimento studia quanto tempo occorre a
un individuo per tirare una leva quando vede una luce intensa
e non debole.
esperimento: oltre che a reagire a uno
stimolo, l’individuo deve anche scegliere se tirare o no la
leva.
La differenza tra il secondo e il primo
caso era la scelta di tirare o no la leva.
-Gustav Theodor Fechner
Ernst Weber
Gustav Fechner
Gustav Theodor Fechner laureato in
medicina, è passato alla storia della psicologia, per aver
fondato la psicofisica. Egli studiò per sette anni il rapporto
tra gli stimoli fisici e sensazioni mentali.
In Germania vi erano conflitti sul
meccanicismo, che considerava tutti i fenomeni pari a quelli
fisici, mentre il vitalismo considerava tutti i fenomeni
appartenenti alla vita e alla mente. Fechner studiava il
rapporto mente-corpo, per risolvere la questione tra vitalismo
e meccanicismo.
-Ernst Weber
Ernst Weber aveva notato che la risposta
agli stimoli varia a seconda della loro intensità. Nasce la
legge di Weber-Fechner la quale afferma che la soglia
sensoriale differenziale varia a seconda della grandezza degli
stimoli, ed è proporzionale alla loro intensità. Quindi, essa
serve per dire che la sensibilità di un corpo aumenta se gli
stimoli aumentano di intensità.
-Wilhelm Wundt
Il merito di aver fondato la psicologia
come disciplina accademica, va a Wilhelm Wundt, in Germania,
che tra il 1858 e il 1862 scrisse il libro Contributi alla
teoria della percezione sensoriale e più tardi il suo Manuale
di psicologia. Nel 1875 divenne professore di filosofia a
Lipsia, dove fondò il suo laboratorio nel 1879. Nonostante vi
fossero ancora termini fisiologia e filosofia, Wundt voleva
fare psicologia.
Al laboratorio affluirono allievi e
osservatori di tutto il mondo. Veniva studiata la psicofisica
ed i tempi di reazione. Era nata la psicologia come disciplina
scientifica ed accademica. La cultura di Wundt, la biologia,
la fisica, la filosofia, gli avevano permesso di sintetizzare
la nuova disciplina.
-Hermann Ebbinghaus
Nello stesso periodo Hermann Ebbinghaus
realizza il primo importante lavoro sulla memoria. Hermann
Ebbinghaus fu il primo ad effettuare un lavoro di psicologia
sperimentale. Egli si era interessato alla psicologia per
caso, trovando un libro di Fechner. Ebbinghaus si occupò della
memoria, lo studio alla quale si erano applicati Aristotele e
molti filosofi, studiandola nel laboratorio di Lipsia, dove
oltre a studiare sensazioni, percezioni, non si studiavano il
pensiero, l’apprendimento, la volontà e la memoria. Egli
imparava a memoria gruppi di consonanti e vocali senza senso.
Combinandole, ottenne 2 300 sillabe. Per impararle, leggeva
ripeteva dall'inizio alla fine, e se si inceppava nella
ripetizione, leggeva il resto e poi tutto, e così riprovava a
ripetere tutte le sillabe. Si può memorizzare attraverso tre
tipi di prove:
di rievocazione, con la quale gli viene
chiesto a un individuo di ripetere ciò che ha memorizzato
di riconoscimento, l'individuo deve
riconoscere cose già viste o sentite tra altre
di riapprendimento, Ebbinghaus usò queste
prove, infatti nella prima seduta imparava delle sillabe,
nella seconda, imparava la medesima lista, questa volta per
imparare la seconda lista gli occorreva un tempo molto minore
rispetto alla prima.
Ebbinghaus arrivò ad alcune conclusioni.
Effetto del superapprendimento: a forza
di ripetere la memoria migliora (aumentando il numero di
ripetizioni, aumenta anche la memoria).
Curva dell'oblio: al trascorrere dei
giorni la memoria diminuisce.
Apprendimento massivo e distributivo: più
sedute sono più efficaci di una lunga seduta singola.
Effetto seriale: la memorizzazione
dipende da come sono messe le sillabe, infatti quelle in fondo
e le prime si memorizzano meglio di quelle di mezzo.
-La Scuola di Wurzburg
Nella Germania dell'800, che era
diventato il principale centro scientifico del mondo, molti
allievi di Wundt fondarono laboratori e scuole. Tra esse la
scuola di Wurzburg che, con Kulpe, introdusse il metodo di
introspezione (dal latino guardare dentro), consistente
nell'osservazione delle nostre esperienze personali e
interiori. Kulpe utilizzò l'introspezione (tra la fine del XIX
secolo ed il primo decennio del XX) per indagare
sperimentalmente sugli stati di coscienza che appaiono
irriducibili alle immagini mentali e alle sensazioni, così
come risulta per esempio durante i giudizi comparativi fra i
pesi di due oggetti.
In precedenza questa tecnica veniva usata
molto poco con Wundt, perché vi era la preoccupazione che la
descrizione di fatti troppo personali facesse perdere di vista
gli obiettivi. I soggetti riferivano allo psicologo fatti
interiori, con cui egli cercava di non interferire, chiedendo
fatti semplici, senza andare a riallacciarli con il passato.
A Wurzburg, oltre che limitarsi a
studiare le sensazioni, si comincia a studiare pure il
pensiero, e si studia ciò che accade nella mente in qualunque
momento.
-Franz Brentano
Franz Brentano
Più o meno negli stessi anni Franz
Brentano propone un approccio filosofico alla psicologia con
la sua scuola di Brentano (prima a Wurzburg e poi a Vienna).
Brentano può essere considerato il
secondo padre della psicologia (insieme a Wundt). La sua
scuola influenzò Sigmund Freud e precorse i concetti della
Psicologia della Gestalt e della Psicologia sociale.
-La Psicologia nella prima metà del '900
All'inizio del 1900 si ha un fiorire di
diramazioni all'interno della psicologia, assai varie e
profonde. Talune di esse sono riscontrabili ancor oggi.
-La Psicologia nel nord-America
Con la diffusione della psicologia gli
Stati Uniti subentrarono alla Germania verso la fine del XIX
secolo. Edward Titchener (1867-1927), inglese, terminò gli
studi a Lipsia. Dopo aver studiato con Wundt, a soli 25 anni
si trasferì negli Stati Uniti, a Ithaca, per diffondere la
psicologia. Egli tradusse il manuale di Wundt in inglese,
scrisse anche altri manuali e diresse una rivista di
psicologia. Inoltre fondò una scuola, basata sullo
strutturalismo, ovvero sulla descrizione di come è formata la
mente.
La psicologia ritrae la sua struttura, la
mente è formata da tanti pezzi che la compongono come un
mosaico di sensazioni, emozioni, concetti, il lavoro dello
strutturalista è analizzare tutti questi affetti, emozioni,
concetti.
-Lo strutturalismo
Al laboratorio di Lipsia approdarono
molti ricercatori, attratti dall'idea di una psicologia come
disciplina sperimentale indipendente. Colui che più di tutti
apprese la lezione dello sperimentalismo wundtiano fu
l'inglese Edward Bradford Titchener.
Titchener tradusse in inglese l'opera di
Wundt, nascondendo di proposito l'eclettismo e le numerose
componenti non sperimentalistiche. La riflessione sui testi
wundtiani fu per lui il punto di partenza verso l'elaborazione
di un sistema personale che va sotto il nome di strutturalismo
o esistenzialismo titcheneriano o introspezionismo, e trova il
proprio manifesto in The Postulates of a Structural Psychology
(1898) e A Textbook of Psychology (1910).
Titchener lavorò in campo teorico e
sperimentale per oltre trentacinque anni, pubblicando dieci
libri e oltre duecento articoli, soprattutto sull'American
Journal of Psychology, che rappresentò per anni la bandiera
della psicologia scientifica in terra americana.
Lavorò nella sua università alla
costituzione di un gruppo selezionato di allievi che volle
contrassegnare con il nome di "sperimentalisti". Scrisse
quattro volumi conosciuti come i manuali titcheneriani di
laboratorio, contenenti istruzioni relative alla conduzione
dell'esperimento psicologico nei suoi aspetti tecnici e
strumentali.
Con la morte di Titchener rimasero alcuni
allievi, fra essi va ricordato Boring, padre della moderna
storiografia psicologica.
-Il funzionalismo
William James
Il funzionalismo ebbe il suo riferimento
principale con William James, egli partiva dalla definizione
che i processi mentali erano considerati in primo luogo nella
loro tensione verso un fine, uno scopo, ai fini
dell’adattamento all’ambiente; e in secondo luogo nella loro
dinamica continua per cui il pensiero è sempre in cambiamento
e non è frantumabile in elementi separati, come per gli
Strutturalisti. L’idea di corrente di pensiero o corrente di
coscienza, fu la più importante nozione anti-strutturalista,
per cui la coscienza non sembra fatta a pezzi, essa scorre.
Nell’ambito funzionalista spiccavano alcuni temi di ricerca
assenti o secondari in quello strutturalista: l’apprendimento,
la motivazione, le differenze individuali, la psicologia
evolutiva e le sue applicazioni nel campo dell’educazione, la
psicologia animale. Sviluppatasi nel primo novecento, tra
pragmatismo e funzionalismo, la teoria di Mead poneva in primo
piano il ruolo dei fattori sociali nello sviluppo dei processi
psichici, sicché fu denominata comportamentismo sociale. In
Mead è centrale la tematica del Sé, di cui aveva già trattato
ampiamente James. Il Sé è spiegato nella sua genesi dalle
interazioni sociali, in quanto la mente presuppone sempre un
contesto sociale per potersi spiegare. Thorndike affrontò il
problema dell’apprendimento attraverso esperimenti condotti su
animali. L’apprendimento era regolato da 2 leggi: la legge
dell’esercizio, per cui l’apprendimento migliorava con
l’esercizio e la ripetizione delle prove; e la legge
dell’effetto, per cui l’apprendimento si sviluppava in
funzione degli effetti (piacere, soddisfazione di un bisogno)
conseguenti a un determinato movimento dell’animale. Thorndike
fu inoltre il primo a formulare chiaramente una teoria
Connessionistica dell’apprendimento: apprendere è connettere e
la mente è un sistema di connessioni tra situazioni-stimolo e
risposte. Queste connessioni vengono descritte come processi
che si verificano a livello sinaptico. Le ricerche
sull’apprendimento animale sono alla base degli studi che
Thorndike fece nel campo della psicologia pedagogica. In
Europa il funzionalismo ebbe una certa diffusione grazie
soprattutto all’opera di Claparéde che focalizzò il suo
interesse allo sviluppo psichico infantile e ai problemi
psicopedagogici.
-Il comportamentismo
Una definizione che si dà oggi della
psicologia è quella di scienza che studia il comportamento
umano in prospettiva di stimolo-risposta, incluse le funzioni
psichiche ed i processi mentali quali intelligenza, memoria,
percezione e le esperienze soggettive come i sentimenti, le
emozioni, le aspettative, le motivazioni sia coscienti sia
inconsce.
Le sfere o strati, pur raggruppando
complessi di attività e di contenuti con diversi gradi di
coscienza in una integrazione sintetica, hanno proprietà
impersonali, che servono solo per lo studio di modalità
generali dell'attività psichica. Con ciò però non si esaurisce
la psicologia. Accanto all'analisi dei singoli elementi
dell'attività mentale, lo studio psicologico dell'individuo in
quella sua totalità che lo caratterizza come singolo tipo.
Questa branca della psicologia, denominata "tipologia", studia
le caratteristiche dei singoli individui da vari punti di
vista; nelle loro qualità intellettive e affettivo-volitive.
In questi concetti generali dell'attività
psichica si usano le seguenti distinzioni:
contenuti psichici o di coscienza:
l'elemento che è oggetto in un determinato istante di una
funzione;
funzioni psichiche: modalità specifiche
dell'attività cosciente indipendentemente dal loro contenuto;
meccanismi psichici: modalità specifiche
dell'attività dell'inconscio;
sfere o strati: insieme di funzioni e
meccanismi ravvicinabili in un piano (per es. sfera affettiva,
conoscitiva, ecc.);
tipo psicologico: l'insieme di
caratteristiche individuali intellettive e affettivo-volitive
che può schematizzarsi in un modello astratto (personalità).
-La scuola sovietica
-La riflessologia
Ivan Petrovic Pavlov
Intanto, in Russia stavano nascendo altre
scuole, più interessate ai riflessi. Per questo si fa
riferimento a queste scuole come riflessologia russa. La
scuola più importante fu quella di psicologia
dell'apprendimento fondata da Ivan Pavlov, noto per i suoi
studi sulla digestione.
Tra la fine del XIX secolo e l'inizio del
XX secolo, Ivan Petrovic Pavlov (1849-1936), insegnante
all'accademia militare di Pietroburgo, si dedicava a ricerche
sui riflessi nervosi. A Pavlov non andava molto a genio la
psicologia, perché secondo lui era basata su discorsi fumosi e
poco rigorosi.
Egli cominciò a studiare il
condizionamento classico, ovvero una forma semplice di
apprendimento. Il condizionamento classico si distingue da
quello operativo, utilizzato dagli americani. Per Pavlov un
individuo per imparare deve essere ricompensato e punito. Per
i suoi esperimenti egli utilizzava dei cani, esponendoli a
stimoli, a cui essi avrebbero dovuto rispondere attraverso la
salivazione. Egli deviava la saliva dall’interno per farla
affluire in appositi contenitori. Tramite fistole salivari
creava un contatto del cavo orale con l’esterno. Essi venivano
messi in delle apposite torri del silenzio. Attraverso
chirografi, Pavlov registrava la quantità di saliva prodotta
in ogni momento. Se si metteva del cibo in bocca al cane, esso
rispondeva con la salivazione, mentre il chirografo
incrementava la quantità di saliva. Fin qui tutto è normale e
non vi è nulla di strano, perciò viene chiamato riflesso
incondizionato o assoluto; questo avviene quando uno stimolo
proveniente dall’esterno causa una reazione all’interno di un
organismo. Pavlov notò che i cani salivavano anche quando
sentivano i passi del cameriere che arrivava per dar loro il
cibo. Nel momento in cui sentiva i passi avvicinarsi, il cane
immaginava il momento in cui avrebbe avuto il cibo in bocca,
si aveva una salivazione psichica.
Il riflesso condizionato, era invece quel
riflesso che dipendeva dalla situazione. Grazie al
condizionamento classico, le risposte degli individui possono
essere determinate anche da alcuni stimoli che non sono
importanti. Pavlov associò il cibo ad altri stimoli come un
campanello o delle luci. Il cane si adattava all’ambiente del
laboratorio poiché ad alcuni stimoli come il campanello, dopo
la salivazione veniva dato il cibo al cane. Pavlov studiò
tutte le risposte condizionate e gli stimoli. Così vennero
fissati i principi del condizionamento classico, che ottiene
una risposta nota da un nuovo stimolo.
-La Scuola storico-culturale
Lev Semenovich Vygotsky
La scuola pavloviana fu considerata in
Occidente la scuola psicologica sovietica per eccellenza.
La rivoluzione ebbe, come è noto una
profonda influenza sulla cultura, l'arte, la filosofia e la
scienza nel nuovo stato sociale. Le questioni da affrontare
erano sia teoriche (rapporti tra psicologia e marxismo,
psicologia e scienze naturali), sia pratiche (quale ruolo
doveva avere la psicologia nella società comunista, quali
compiti doveva svolgere lo psicologo nelle scuole, nelle
fabbriche, negli ospedali).
Lev Semyonovich Vygotskij nato nel 1896 a
Gomel, scrisse La tragedia di Amleto (nel 1915) e La
psicologia dell'arte. Nel 1924 entrò a lavorare all'Istituto
di psicologia di Mosca, dando inizio alle ricerche sui
processi cognitivi che furono alla base della scuola
storico-culturale. A soli trentotto anni morì di tubercolosi.
La prima formulazione sistematica dei
concetti e metodi della teoria storico-culturale venne data
negli Studi sulla storia del comportamento (1930), trattazione
suddivisa in tre parti, ciascuna delle quali esamina le
funzioni psichiche dei primati, del bambino e dell'uomo
adulto, con l'illustrazione dei metodi impiegati e degli
esperimenti condotti. Il problema principale affrontato è il
rapporto tra il comportamento degli animali e quello
dell'uomo, da una parte, e lo sviluppo delle funzioni
psichiche dal bambino all'uomo dall'altra.
La prospettiva è di tipo evolutivo, sia
in senso filogenetico (animale-uomo), sia in senso
ontogenetico (bambino-uomo). Lo studio evolutivo mostra che vi
è una continuità strutturale e funzionale e una serie di
momenti critici che distinguono nettamente i vari
comportamenti.
I riflessi condizionati possono essere
comuni agli animali e all'uomo, ma mentre per i primi
costituiscono l'unità fondamentale di comportamento, per il
secondo sono solo i processi più elementari e rappresentano i
processi meno tipici.
Tra animali e uomini vi è una specie di
salto nelle modalità di interazione con l'ambiente. L'uomo usa
gli strumenti intesi come utensili e simboli, in primis il
linguaggio. L'uso degli strumenti è appreso nel contesto
sociale durante lo sviluppo. Nei primi anni di vita il bambino
usa i simboli (sia nel senso di parole che di regole
dell'attività comportamentale) in base all'interazione che ha
con i propri genitori o con gli altri adulti nella vita
quotidiana. In seguito userà i suoi simboli senza bisogno
degli altri.
In "Pensiero e linguaggio", uno dei
classici della psicologia dei processi cognitivi, Lev
Vygotskij elabora una teoria che ancora oggi rappresenta un
punto di riferimento fondamentale. Il pensiero ed il
linguaggio hanno due radici genetiche differenti. Sia nel
bambino che nell'animale ci sono forme evolute di attività
intellettiva relative alla soluzione di problemi e
all'adattamento all'ambiente. Queste attività possono essere
indipendenti dal linguaggio.
Il bambino può usare forme primitive di
linguaggio senza implicare processi intellettivi o di
pensiero, ma per comunicare stati emotivi, richiamare
l'attenzione dei genitori. Intorno ai due anni il pensiero e
linguaggio iniziano ad interagire. Il linguaggio diventa il
mezzo per comunicare il proprio pensiero agli altri e
strumento di regolazione del comportamento.
Una distinzione importante, ripresa da
membri della scuola storico-culturale e in particolare da
Lurija, è quella tra linguaggio come strumento di
comunicazione e come strumento di regolazione del
comportamento. Le due funzioni del linguaggio si sviluppano in
tempi diversi, la funzione comunicativa si sviluppa intorno ad
un anno e mezzo due anni, la funzione regolativa intorno ai
quattro anni.
Un aspetto importante di questa teoria è
l'interiorizzazione:
Primo stadio: il linguaggio è espresso a
voce alta per comunicare con altri viene chiamato
Stadio successivo: viene usato
interiormente come strumento di regolazione delle proprie
azioni
L'interiorizzazione è quindi un processo
graduale che si compie non prima dei 7 anni. E' sulle fasi di
sviluppo che si centrano le critiche di Vygotskij a Jean
Piaget. Molti autori contemporanei hanno concentrato la loro
attenzione sulla polemica Vygotskij-Piaget, perché attraverso
essa è possibile impostare un discorso assai più generale su
tutto lo sviluppo mentale del bambino.
Secondo la teoria espressa da Piaget in
Il linguaggio e il pensiero del fanciullo (1923), il
linguaggio egocentrico del bambino è la manifestazione
immediata dell'egocentrismo, che è un compromesso tra
l'autismo iniziale e la progressiva socializzazione del
pensiero infantile, mentre per la teoria di Vygotskij si ha
invece una considerazione del tutto opposta: il linguaggio
egocentrico del bambino rappresenta uno dei fenomeni di
transizione dalle funzioni interpsichiche a quelle
intrapsichiche e cioè un passaggio da forme di attività
sociale a forme di attività interamente individuale.
Per Vygotskij il linguaggio è una
funzione psichica complessa che si sviluppa nel bambino
nell'interazione con l'ambiente sociale, è una funzione
interpsichica, che mette in rapporto una persona con l'altra.
Successivamente diviene una funzione intrapsichica che
permette di regolare dall'interno i propri processi cognitivi
e il proprio comportamento.
Per Piaget il percorso è l'opposto. Da
funzione interna e propria del bambino, il linguaggio diviene
gradualmente una funzione socializzata. Per la teoria
storico-culturale, lo sviluppo di funzioni complesse come il
linguaggio ha come condizione necessaria l'interazione
dell'individuo con l'ambiente sociale.
La struttura del linguaggio è innata, ma
la lingua che un individuo parla è determinata dall'ambiente
sociale e dalla cultura in cui l'individuo nasce e cresce. V.
distingue: il linguaggio interiore abbreviato, dal linguaggio
esteriore che usiamo quando parliamo con un'altra persona è
più disteso e completo.
Dopo i lavori degli anni tra il 1925 e il
1935 vi fu un rallentamento dovuto alla svolta
politico-culturale dello stalinismo e alla graduale
egemonizzazione della scuola pavloviana. La ripresa avvenne
nella seconda metà degli anni '50, con la riedizione di alcuni
scritti psicologici di Vygotskij. Lurija si interessò dei
processi emotivi e dinamici. Durante la seconda guerra
mondiale cominciò ad interessarsi delle lesioni cerebrali, con
tutta una serie di opere tra cui funzioni corticali superiori
nell'uomo 1962.
Le funzioni cerebrali che mediano
funzioni psichiche complesse non sono traducibili nei termini
di riflessi condizionati, ma sono sistemi funzionali, sistemi
di interazione cerebrale molto più complessi, la cui
organizzazione, in accordo con la teoria generale
storico-culturale, si sviluppa in stretta relazione con
l'ambiente.
Il linguaggio, per esempio, non ha come
struttura fisiologica di base il riflesso condizionato come
sostenevano i pavloviani, ma risulta dall' interazione di
strutture celebrali diverse che si sviluppa e modifica nel
corso dell'ontogenesi. Data questa stretta relazione tra
cervello e ambiente, si spiega come le lesioni cerebrali
producano disturbi differenziati da individuo a individuo a
seconda delle loro abitudini, della loro lingua, della loro
cultura.
-La psicologia in Europa
-La psicologia della Gestalt
Alcuni punti essenziali che
caratterizzarono la Teoria della Forma e permettono di
introdurre la trattazione su una delle principali scuole della
psicologia del Novecento possono essere:
l’attacco della Gestalt all’introspezione
analitica, il suo rifiuto dell’attenzione, dei processi
inconsci, dell’esperienza passata e dell’associazione come
spiegazione dei processi percettivi e ideativi, il suo
programma di procedere dal sopra al sotto piuttosto che dal
sotto al sopra secondo le impostazioni passate, tutto ciò
spinse a riconsiderare non solo i metodi né le teorie correnti
fino al 1912, ma anche i dati scelti per la manipolazione
sperimentale;
nella Teoria della Forma la ricerca
teorica fu il fondamento di concrete indagini empiriche, e gli
psicologi della Gestalt si basarono su esperimenti compiuti in
condizioni di laboratorio controllate con cura;
un aspetto fondamentale di questa teoria
fu la ricerca di una corrispondenza tra il dato fenomenologico
e il processo neurofisiologico, rimaneva caratteristica della
Teoria della Forma l’esigenza di una risposta neurofisiologica
sulle basi dei processi mentali;
un altro aspetto importante è il fatto
che tale teoria ha descritto fenomeni psichici che restano
incontrovertibili, al di là delle spiegazioni che sono state
costruite dai gestaltisti. Si poteva concepire la teoria della
forma come una teoria descrittiva più che una teoria
costruttiva;
tutte queste caratteristiche della teoria
della forma erano fondate su un altro aspetto, la semplicità
della teoria stessa, nel senso di capacità di ridurre i
fenomeni indagati a pochi, ma esaustivi principi concettuali.
I rappresentanti più grandi di questa
scuola sono: Wertheimer, Köhler, Koffka e tutti e tre
emigrarono dalla Germania verso gli Stati Uniti nei primi anni
’30 per motivi razziali.
Le ricerche compiute da Max Wertheimer a
partire dell’estate del 1910 sulla percezione del movimento
furono illustrate nel 1912 nell’articolo “studi sperimentali
sulla visione del movimento”, articolo considerato come la
prima pubblicazione in cui compare l’impostazione teorica
della Gestalt. In tale articolo Egli descriveva la percezione
del movimento fenomenico (leggi:fi).
-La psicologia dinamica
-Sigmund Freud e la psicoanalisi
Tra la fine del XIX secolo e l'inizio del
XX secolo nasce a Vienna la psicoanalisi (vedasi Storia della
psicoanalisi), fondata da Sigmund Freud. La psicoanalisi si
rivelerà una disciplina con una propria autonomia e fecondi
risultati in molte altre discipline. L'idea freudiana di un
inconscio che, senza che ce ne rendiamo conto, ci impone delle
scelte, è ormai diffusa anche nell'uso comune. Dalla
psicoanalisi nasceranno, tra l'altro, molte teorie
terapeutiche.
-Carl Gustav Jung e la psicologia
analitica
Tra i discepoli di Freud il più famoso fu
Carl Gustav Jung, che si occupò delle dinamiche di gruppo e
introdusse per primo il concetto di inconscio collettivo. Nel
1913 fondò la sua scuola di psicologia analitica, a tutt'oggi
vitale.
-Alfred Adler e la psicologia individuale
comparata
L’altra grande secessione dal movimento
psicoanalitico è operata da Alfred Adler nel 1911. La
Psicologia individuale fondata da Adler ha risentito
senz’altro dell’incontro con la teoria freudiana, ma ha sempre
conservato la sua autonomia concettuale che le deriva da un
contesto culturale e sociale diverso da quello in cui si
sviluppò il pensiero freudiano. Adler collocò la propria
teoria all’interno di una concezione sociale della vita
psichica estranea alla psicoanalisi freudiana, ma invece si
traduceva in una maggiore attenzione teorica non solo alle
condizioni sociali dello sviluppo psichico, ma anche alle
condizioni concrete che potevano essere realizzate per
favorire meglio tale sviluppo. Gli interventi costanti di
Adler in medicina sociale e del lavoro. L’organizzazione di
centri di consultazione psico-pedagogica e la fondazione di
una nuova scuola sociale lo caratterizzano come uno psicologo
attivo negli anni ’20 della Vienna rossa. Nelle sue opere
sviluppò in modo originale 2 concetti fondamentali della
psicologia individuale: l’Inferiorità organica, per cui una
deficienza organica condiziona la crescita psichica
individuale, e il Carattere ovvero l’organizzazione
psicologica di origine ambientale che si rivela
nell’interazione tra l’individuo e il suo ambiente sociale.
Adler parla di Organo Psichico, un sistema unitario al
servizio dell’organismo umano per assicurarne la conservazione
e favorirne lo sviluppo. L’organo psichico non è una struttura
fisiologica, ma un insieme di forze di natura psichica
finalizzate all’adattamento dell’individuo al suo ambiente, la
vita dell’anima umana è dunque determinata da uno scopo.
Questo movimento della psiche è radicato in un ambiente
sociale, infatti la natura della psiche umana è
prioritariamente sociale, non ha come presupposto delle forze
biologiche, l’Es descritto da Freud. Il suo essere sociale
l’uomo lo vive come un sentimento innato che struttura e
organizza la sua vita psichica. La prima fondamentale
relazione sociale è quella che il neonato vive con la propria
madre. L’altro tessuto sociale entro cui si sviluppa la vita
psichica è quello costituito dalle relazioni con gli altri
membri della famiglia, denominato costellazione familiare. In
questo complesso, la figura paterna ha per Adler una
importanza notevole, ma non quella esclusiva assegnata da
Freud in relazione al complesso di Edipo, concetto rifiutato
da Adler. Quando il bambino nasce si trova in una naturale
inferiorità organica: prima ha bisogno di nutrizione e di cure
per sopravvivere, poi interagisce con adulti che appaiono più
forti e sicuri, e poi c’è l’inferiorità psicologica che è
avvertita nella relazione interpersonale con gli adulti e con
i pari. La crescita psichica si realizza attraverso il
superamento del sentimento di inferiorità, grazie a modalità
di compensazione che caratterizzano la vita psichica di ogni
singolo individuo e che complessivamente sono indicate come il
suo stile di vita. La forza che spinge questa crescita
psichica verso la realizzazione della propria personalità è
chiamata da Adler il Sé creativo. La psicoterapia è vista come
un riorientamento del paziente rispetto alle necessità della
realtà presente e concreta piuttosto che come un processo di
scavo nel profondo di una psiche considerata scindibile da
tale realtà. Il rapporto fiducioso e ottimistico che si deve
instaurare, per Adler, tra l’analista e il paziente non passa
attraverso il transfert e la riproposizione di passate
dinamiche interpersonali nella condizione terapeutica. Il
paziente che sta seduto di fronte al proprio analista, deve
vivere una situazione di incoraggiamento e compartecipazione
emotiva in questo recupero del proprio Sé, piuttosto che una
condizione di disagio fisico e psichico.
-La psicologia tra gli anni '40 e gli
anni '70 del Novecento. Dalla psiche alla mente
-Il neocomportamentismo
-La psicologia sociale
-La fine dell'utopia comportamentista
-La social cognition
-Il cognitivismo
Il cognitivismo, a differenza di altri
approcci alla psicologia (strutturalismo, funzionalismo,
comportamentismo, scuola storico-culturale) non nasce da un
manifesto. In un certo senso nasce in modo opposto: in una
confluenza di teorie e metodiche che si riconoscono facenti
parte di una solita visione della psicologia. Su basi comuni,
su metodiche comuni su principi comuni, quali:
Principio delle basi neurologiche dei
processi psichici: ad ogni processo mentale sottostà un
processo neurologico parallelo;
Principio dello sviluppo: i processi
mentali si sviluppano in relazione allo sviluppo ontogenetico
della persona;
Principio del costruttivismo: i processi
mentali sono fenomeni attivi e non passivi (come nel
comportamentismo), essi percepiscono, filtrano, elaborano,
immagazzinano, apprendono, si sviluppano, ricordano ed infine
operano sull'ambiente circostante.
Principio del mentalismo: il termine
psiche diviene desueto e "nasce" il termine mente,
simbolicamente questo passaggio evidenzia la diversificazione
fra una psicologia che ancora guarda alla mente dell'uomo come
un'attività essenzialmente di risposta passiva agli stimoli
ambientali (tipica di una certa corrente derivante sin da
Aristotele, e presente tuttavia in larga parte nella
psicologia di quegli anni), e una "nuova" psicologia cognitiva
che guarda all'essere umano come portatore attivo di
modificazioni sull'ambiente esterno mediante script e piani
presenti nei processi mentali stessi. Da notare anche il
passaggio terminologico: da funzioni psichiche, la mente che
funziona in risposta all'ambiente esterno, a processi mentali,
la mente che elabora le informazioni ambientali basandosi su
piani e strutture atte alla risoluzione di problemi.
Principio dell'elaborazione
dell'informazione: gli stimoli ambientali sono paragonabili ad
input informativi che, entrando nei processi mentali, vengono
elaborati (attenzione, percezione, memoria, ecc. sono tutti
processi elaborativi dell'informazione, a questo punto), ed in
fine si ha il termine dell'elaborazione nella messa in atto
del comportamento.
Principio della simulazione: i
cognitivisti guardano al computer per avere una modello
equipollente della mente dell'uomo. In esso ravvisano i
principi qui esposti (compreso quello dello sviluppo, se si
vuole sviluppo filogenico del computer, hardware migliorato e
potenziato da una generazione di computer alla seguente, per
esempio). Il computer come la mente umana: recepisce input
(stimoli dall'esterno), li filtra (attenzione), li salva per
una futura rielaborazione (memoria), può risolvere problemi
(intelligenza), può dialogare con altri computer (linguaggio),
attiva risposte motorie (mette in moto, letteralmente) con
stampanti, plotter, proiettori, ecc. ecc. (comportamento
manifesto, che manifesta agli altri)
-Watzlawick e la psicologia sistemica
-Il cognitivismo HIP: Human Information
Processing
-Il cognitivismo realista
-La scienza cognitiva
Alla fine degli anni ’70, quando andavano
comparendo le prime riflessioni critiche sul cognitivismo,
emerse un orientamento nuovo a carattere interdisciplinare,
denominato Scienza Cognitiva. Sulla scienza cognitiva
confluivano varie discipline interessate allo studio della
mente. Era fondamentale il riferimento al calcolatore per
differenziare la scienza cognitiva rispetto alle altre linee
contemporanee di indagine sui processi cognitivi.
-Gardner
Gardner ha caratterizzato la scienza
cognitiva sotto 5 aspetti principali:
la scienza cognitiva ha per oggetto di
ricerca un livello di analisi specifico, non riducibile ad
altri livelli o verso il basso, neurofisiologico, o verso
l’alto, sociologico. Questo livello è costituito dalle
rappresentazioni mentali, da quei processi mentali che
organizzano e producono conoscenza: simboli, regole, schemi,
immagini.
il calcolatore rappresenta il modello di
come funziona la mente e serve come strumento per simulare i
processi mentali, è un ramo fondamentale della scienza
cognitiva.
la scienza cognitiva studia i processi
cognitivi al di fuori del contesto più generale e globale che
caratterizza la mente umana, dai fattori individuali come le
emozioni, motivazioni ecc., ai fattori sociali e culturali.
la scienza cognitiva è una ricerca
interdisciplinare, che include gli apporti della psicologia
sperimentale, della linguistica, dell’intelligenza
artificiale, dell’antropologia e delle neuroscienze.
la scienza cognitiva affronta i problemi
della conoscenza (come la mente conosce, quali sono i suoi
limiti, ecc.) che sono stati centrali nella storia della
filosofia occidentale, dai tempi di Platone e Aristotele fino
a oggi.
Essa è quindi la versione contemporanea
di una lunga tradizione del pensiero filosofico occidentale.
Già alla metà degli anni ’50 si potevano distinguere due
orientamenti in questo campo: da una parte, vi erano gli
scienziati che realizzavano programmi al calcolatore
riferendosi alle operazioni svolte dall’intelligenza umana;
dall’altra, gli scienziati che intendevano studiare i processi
cognitivi indipendentemente dal sistema fisico che li
realizzava, fosse una macchina elettronica come il
calcolatore, o una macchina chimica come il cervello. La
differenza tra i due orientamenti viene attualmente indicata
con la distinzione tra un’intelligenza artificiale dura, hard,
che progetta programmi non necessariamente simili a quelli
della mente umana e un’intelligenza morbida, soft, che ha per
riferimento i processi mentali umani. I contributi di maggiore
interesse della scienza cognitiva riguardano la percezione
visiva, la rappresentazione della coscienza e l’architettura
della mente. Infine, un recentissimo orientamento nella
scienza cognitiva si è sviluppato sotto il nome di
Connessionismo. La caratteristica principale è il superamento
della concezione di calcolatore fondata su un’organizzazione
sequenziale della elaborazione dell’informazione (ogni
operazione è svolta una dopo l’altra in sequenza, stadio per
stadio) e la separazione tra unità centrale di elaborazione e
memoria. Per i modelli connessionistici l’elaborazione avviene
in parallelo e non vi è un’unità di memoria separata. Le
operazioni non sono organizzate in modo gerarchico ma
avvengono simultaneamente nelle reti (reti neuronali) di
connessioni tra molteplici unità semplici di elaborazione.
L’informazione non sarebbe, quindi, localizzata in singole
unità, ma sarebbe distribuita secondo un proprio pattern nella
rete intera.
-Il costruttivismo
Un approccio psicologico alternativo al
comportamentismo è quello costruttivista. Il costruttivismo,
prima che considerare una realtà esterna alla mente, considera
le costruzioni mentali con cui essa si adegua alle esperienze
percepite. E' un approccio filosoficamente rivoluzionario,
visto che rifiuta l'idea che ci sia a priori un mondo esterno
alla mente.
Il costruttivismo, oltre ad essere un
approccio teorico, ha applicazioni terapeutiche e pedagogiche.
-La psicologia sul finire del secolo XX
-Lev Vygotskij in occidente: la
riscoperta
-La psicologia fisiologica, la
psicofisiologia e la neuropsicologia
Fino agli anni ’60 il termine psicologia
fisiologica indicava lo studio delle basi fisiologiche, e in
particolare cerebrali, del comportamento, senza fare
distinzioni rispetto ai fenomeni studiati e alle metodologie
d’indagine. Verso la metà degli anni i’60 fu stabilita una
prima differenziazione, tra la psicofisiologia e la psicologia
fisiologica:
la prima indica lo studio, condotto
soprattutto su soggetti umani sani, delle variazioni
fisiologiche, come elettroencefalogramma o
elettrocardiogramma, correlate a processi psichici come per
es. la percezione o l’attenzione;
la seconda indica l’impostazione di
ricerca, condotta soprattutto su soggetti animali, che studia
l’effetto della manipolazione delle variabili fisiologiche
(es. lesione o stimolazione elettrica di aree cerebrali,
somministrazione di farmaci) sulle variabili comportamentali,
in pratica come le ricerche di Lashely.
Anche il termine neuropsicologia ha
acquistato un significato specifico a partire dagli anni ’60.
In particolare, per neuropsicologia si intendeva lo studio
delle lesioni cerebrali sui processi psichici in soggetti
umani cerebrolesi. La neuropsicologia aveva quindi una lunga
tradizione, dalle prime descrizione avvenute nell’800, cioè i
casi di afasia descritti da Broca e Wernicke, alle ricerche
successive alla prima guerra mondiale. Uno sviluppo massiccio
della neuropsicologia si ebbe dopo la seconda guerra mondiale
tramite lo studio degli effetti cognitivi delle lesioni
cerebrali sui soldati feriti in guerra. Il punto di svolta più
importante delle ricerche di neuropsicologia degli anni ’60 è
rappresentata dalla metodologia: la prestazione dei soggetti
con danno cerebrale era confrontata con quella di soggetti
sani, senza danno neurologico, utilizzando quindi un paradigma
sperimentale diversoe e ampliando quindi i dati rilevati
sull'analisi isolata di singoli casi.
-Note
? Brožek, J.
Psychologia of Marcus Marulus (1450-1524), in <<Episteme>>, 7,
1973, pp.125-31.
Diamond, S. What Marulus meant by <<Psychologia>>,
in Storia e critica della psicologia, 5, 1984, pp. 407-12.
Massimi, M.: Marcus Marulus, i suoi
maestri e <<Psychologia de rationae animae humanae>>, in
Storia e critica della psicologia 4, 1983, pp.27-41.
-Bibliografia
AA.VV. Episteme,1973.
Umberto Galimberti, Enciclopedia di
Psicologia, Garzanti Libri, 1999, ISBN 88-11-50479-1
Rom Harrè, Roger Lamb, Luciano Mecacci,
Psicologia. Dizionario Enciclopedico, Economica Laterza,
Editori Laterza, 1998, ISBN 88-420-5420-8
Giovanni P. Lombardi, Storia e critica
della psicologia, Kappa, 1984, ISBN 88-78-9049-96
Luciano Mecacci (a cura di), Storia della
psicologia del novecento, Laterza, Roma-Bari, 1992, ISBN
88-42-04117-3 |