La schizofrenia è una malattia
psichiatrica caratterizzata da un persistente, spesso cronico,
disturbo mentale che colpisce in vario modo il comportamento,
il pensiero e l'emozione.
1 Panoramica generale
2 Terapia
3 Collegamenti esterni
4 Voci correlate
-Panoramica generale
La schizofrenia è comunemente
caratterizzata sia da sintomi positivi (addizionali rispetto
all'esperienza e al comportamento normali) e sintomi negativi
(assenza o declino del comportamento ed esperienza normali).
I sintomi positivi sono raggruppati sotto
il termine più generale psicosi e generalmente includono
deliri, allucinazioni e disordine del pensiero. I sintomi
negativi possono includere inappropriatezza o assenza di
emozioni, povertà di linguaggio e mancanza di motivazione.
Nella schizofrenia di terzo tipo, detta
sindrome disorganizzata, compaiono disordine del pensiero e
problemi di pianificazione. Possono essere presenti deficit
neurocognitivi. Questi prendono la forma di un'indebolimento
di alcune funzioni di base quali la memoria, l'attenzione, la
risoluzione di problemi, la funzione esecutiva e la cognizione
sociale.
Colpisce in genere nella tarda
adolescenza e nella prima fase dell'età adulta. I sintomi si
manifestano generalmente prima negli uomini che nelle donne.
Lo psichiatra Emil Kraepelin fu il primo
a distinguere, nel 1883, quella che chiamava demenza precoce
da altre malattie mentali.
Più tardi venne rinominata con il termine
schizofrenia da Eugene Bleuler.
L'approccio diagnostico alla schizofrenia
è stato spesso criticato, in particolar modo dal movimento
anti-psichiatrico, che asserisce che la classificazione di
pensieri e comportamenti specifici come malattia permette il
controllo sociale di persone considerate indesiderabili dalla
società ma che non hanno commesso alcun crimine.
Nel suo Trattato di psichiatria Kraepelin
individuò tre forme possibili di schizofrenia:
la ebefrenica, in cui prevale la
dissociazione del pensiero
la paranoica, in cui prevalgono le
allucinazioni e i deliri
la catatonica, in cui prevalgono i
disturbi della volontà.
Terapia
La terapia può essere effettuata con
farmaci neurolettici (antipsicotici), i quali agiscono
soprattutto sui deliri e sulle allucinazioni, diminuendo il
senso di angoscia e le reazioni aggressive. Antipsicotici
atipici o di nuova generazione sono: la olanzapina, la
clozapina, il risperidone, la quetiapina, e il recente
aripiprazolo e l'amilsupiride.
È indicata anche la psicoterapia che può
coinvolgere o meno familiari e conoscenti, allo scopo di
individuare eventuali tensioni col malato e trattare il suo
isolamento. Inoltre la psicoterapia puo aiutare il paziente a
contestualizzare il problema e le risposte dell'ambiente,
rendendolo autoconsapevole.
Le ultime ricerche ed esperienze sia in
campo psichiatrico che psicoterapico dimostrano che un
approccio integrato (farmacologico + psicoterapeutico) ottiene
un controllo migliore della patologia. Possono risultare utili
anche il training autogeno, tutte le tecniche di rilassamento
muscolare e respiratorio, lo yoga e la meditazione.
Le terapie del passato, come le
applicazioni elettroconvulsivanti (elettroshock) e l'insulinoterapia,
non hanno mai dato risultati apprezzabili e sono sempre meno
impiegate. Va detto che la TEC (terapia elettroconvulsivante)
viene ancora oggi utilizzata nelle forme particolarmente
resistenti ai farmaci, sebbene in condizioni molto più
controllate di quanto non si facesse in passato.
Ci sono tre principali componenti per il
trattamento della schizofrenia:
Farmaci per alleviare i sintomi e
prevenire le ricadute
Interventi educativi e psicosociali per
aiutare i pazienti e le loro famiglie a risolvere i problemi,
confrontarsi con gli stress, rapportarsi con la malattia e le
sue complicanze ed aiutare a prevenire le ricadute.
Riabilitazione sociale per aiutare i
pazienti a reintegrarsi nella comunità e riguadagnare le
capacità educative ed occupazionali
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