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Caratteristiche della patologia
2 Terapia
2.1 Terapia
stabilizzante
2.2 Terapia
della fase maniacale
2.3 Terapia
dell'episodio maniacale acuto
2.4 Terapia
della fase depressiva
2.5
Psicoterapia
3 Collegamenti
esterni
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Caratteristiche della patologia
È una malattia
endogena, solitamente a carattere ereditario, non è perciò
scatenata né da lesioni cerebrali, né da eventi esterni. La
manifestazione primaria è un'alterazione dell'affettività. I
momenti di depressione dell'umore (melanconia) si alternano a
momenti di esaltazione dell'umore (mania), nel caso tipo il
ritmo di alternanza è regolare, nei restanti periodi si
manifesta una completa normalità.
La malattia è
statisticamente più frequente nella donna che nell'uomo, con
un rapporto di 3 a 2.
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Terapia
I disturbi sono
trattati con farmaci specifici a seconda della fase della
malattia. Capisaldi del trattamento sono gli stabilizzatori
dell'umore, che riducono l'intensità e la frequenza delle
crisi sia maniacali sia depressive.
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Terapia stabilizzante
Molti
psichiatri considerano il litio ancora il trattamento di
scelta. Tra gli altri stabilizzatori i più utilizzati sono gli
anticonvulsivanti, tra cui l'acido valproico, la carbamazepina
e l'ossicarbazepina, tutti efficaci in particolar modo nelle
crisi maniacali.
La lamotrigina,
anch'esso appartenente alla classe degli anticonvulsivanti,
svolge invece una prevalente funzione di prevenzione delle
ricadute depressive, tanto da essere classificato da alcuni
autori come un antidepressivo. Il meccanismo con cui tutti
questi farmaci riescono a stabilizzare l'umore non è ancora
del tutto chiaro.
Recenti studi
mostrano risultati modesti per altri antiepilettici come il
gabapentin e il topiramato. Una nuova possibilità per la
terapia è rappresentata dall'impiego di farmaci antipertensivi
come la clonidina (un antiadrenergico), e i calcioantagonisti
verapamil e nimodipina. Gli studi sull'impiego di queste tre
sostanze nel trattamento del disturbo bipolare sono ancora
pochi e se ne riserva l'utilizzo in casi resistenti agli altri
trattamenti.
Soggetti che
rispondono in modo insoddisfacente al trattamento con
stabilizzatori o associazioni di essi possono trarre
giovamento dall'aggiunta allo schema terapeutico di un
antipsicotico atipico, in particolare olanzapina, quetiapina,
aripiprazolo e risperidone, che hanno tutti forte valenza
nella prevenzione dell'episodio maniacale. Olanzapina e
quetiapina hanno il vantaggio di avere anche efficacia nelle
fasi depressive e migliorano la qualità del sonno, oltre ad
avere una grande rapidità di inizio d'azione.
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Terapia della fase maniacale
In un paziente
già in trattamento l'introduzione o l'aumento di dose di un
antipsicotico atipico di quelli sopra indicati migliora
rapidamente il quadro. Non è però infrequente che il paziente
rifiuti il trattamento in quanto non riconosce di essere
malato.
Nelle forme più
serie può essere necessario l'utilizzo di altri antipsicotici
tradizionali, come i butirrofenoni.
Un paziente non
trattato può trarre giovamento dalla sola introduzione degli
stabilizzatori dell'umore.
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Terapia dell'episodio maniacale acuto
Casi di mania
disforica, ovvero percepiti in modo negativo anche dal malato,
e la mania accompagnata da agitazione sono da considerare
emergenze psichiatriche e necessitano di un trattamento
tempestivo. Forme lievi rispondono alle benzodiazepine, in
particolare clonazepam e lorazepam (2-4mg per via parentale).
Spesso è però necessario il ricorso ai neurolettici iniettivi
come l'aloperidolo e l'olanzapina IM. E' talvolta necessaria
l'ospedalizzazione.
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Terapia della fase depressiva
Il trattamento
dell'episodio depressivo in corso di disturbo bipolare è
particolarmente delicato in quanto qualsiasi farmaco
psicoanalettico può potenzialmente portare il paziente a
virare verso una fase maniacale. Gli studi non sempre sono
concordi su quali molecole risultino meno rischiose sotto
questo aspetto. Ci sarebbero indicazioni comunque per
considerare il bupropione e la venlafaxina come i farmaci di
scelta. É comunque necessario, per minimizzare il rischio di
viraggio, che il trattamento antidepressivo sia effettuato al
dosaggio minimo efficace e soprattutto che sia mantenuta la
terapia stabilizzante a base di litio, anticonvulsivanti ed
eventualmente un antipsicotico atipico.
L'introduzione
del già citato stabilizzatore lamotrigina può essere efficace.
Negli Stati Uniti è in commercio un'associazione fissa
olanzapina più fluoxetina (Zyprexa e Prozac) sotto il nome
Symbiax.
Opportuno anche
un accenno alla TEC (terapia eletroconvulsivante) che, seppur
ancora molto discussa, in alcuni casi resistenti dimostra di
avere una notevole efficacia in particolare negli stati
depressivi e misti.
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Psicoterapia
La natura
inequivocabilmente biologico-ereditaria del disturbo porta ad
una serrata discussione sull'utilità della psicoterapia. La
maggior parte degli psichiatri concorda sul fatto che,
soprattutto in associazione ai farmaci, terapie
cognitivo-comportamentali e di gruppo possano giovare.
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