I disturbi
dell'umore
Quotidianamente, il nostro umore puo' subire oscillazioni
fisiologiche tra gioia e tristezza, determinate generalmente
da eventi esterni, con ruolo adattivo poiché consentono ad un
individuo di adeguare le proprie reazioni alle condizioni
ambientali; e' bene distinguere questi "fisiologici" cambi
d'umore, generalmente saltuari o addirittura eccezionali, da
quelli caratterizzanti i disturbi dell'umore, inteso come il
tono affettivo che colora l'esperienza soggettiva, che
costituiscono una patologia molto diffusa tra la popolazione,
interessandone ben il 20%.
Piu' precisamente, il termine "disturbi dell'umore" comprende
una serie di quadri clinici, determinati da precise
alterazioni neurotrasmettitoriali, compresi fra due estremi
che rappresentano i capisaldi di questo capitolo della
patologia psichiatrica: la mania e la depressione.
Se da un lato, come già sottolineato, tali disturbi sono
legati a precise alterazioni organico-biologiche, dall'altro
non possiamo certo ignorare l'importanza degli eventi
ambientali quali importanti cofattori eziologici: infatti,
l'esordio di una sintomatologia distimica, sia essa maniacale
o depressiva, e' precipitato da episodi stressanti di natura
psichica, fisica o sociale.
E' stato dimostrato infatti che, nel periodo precedente
l'esordio del quadro, i pazienti lamentano un carico di stress
superiore a quello normalmente, e umanamente, tollerabile. Si
e' quindi ipotizzato che eccessivi carichi di stress possano
slatentizzare, in soggetti caratterizzati da determinati
temperamenti, intesi come la liaçon fra stato di benessere e
di malattia o, secondo alcuni, come forme subcliniche dei
disturbi dell'umore, tali quadri clinici.
E'chiaro quindi che piu' marcata sara' la predisposizione
genetico-biologica individuale, minore sara' l'intensita'
degli stimoli capaci di indurre gravi episodi depressivi o
maniacali.
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