La parola fobia,
in psicologia e psichiatria, indica una paura inaccettabile.
L'individuo che la prova non può fare a meno di essere
terrorizzato sebbene il suo insight sia sufficientemente buono
da rendersi conto dell'irrazionalità e della sproporzionalità
di questo sentimento, che permane per un determinato periodo
di tempo e determina un disadattamento del soggetto al suo
ambiente.
I tipi di fobia sono l'agorafobia (Paura degli spazi aperti),
la fobia sociale (che spesso si manifesta con ansia
anticipatoria) e la fobia specifica fra cui si citano:l'aracnofobia
(Paura dei ragni), la claustrofobia (Paura dei luoghi chiusi),
etc.
In generale le cause delle fobie si riteneva fossero
imputabili a elementi rimossi (vedi psicoanalisi) che
manifestano il loro effetto portando l'individuo ad evitare
una certa situazione che attraverso un fenomeno di spostamento
può essere ricondotta ad un evento traumatico avvenuto sia
durante l'infanzia che l'età adulta.
Attualmente, la più moderna psicoterapia cognitivo
comportamentale sostiene che il disturbo derivi da un cattivo
apprendimento che può avvenire per condizionamento classico
(teoria del Preparedness di Selingman) o per apprendimento
sociale (Bandura).
Il disturbo si viene poi a mantenere per condizionamento
operante tramite l'evitamento, dove, il rinforzo negativo è
rappresentato dalla sensazione di diminuzione dell'ansia per
effetto dell'allontanamento dalla situazione fobica.
Un altro tipo di fobia è la fobia scolare. La forma più grave,
in genere, si manifesta quando il bambino è ancora piuttosto
piccolo e si configura con il rifiuto di andare a scuola, fino
all'incapacità di abbandonare/staccarsi dai propri genitori
anche per brevi periodi. Questa fobia è da ricondurre ad
alcune tipologie di relazioni problematiche all'interno dalla
famiglia. Raramente si può ricondurre a veri problemi
scolastici.
La maggior parte degli autori insistono sulla necessità di
distinguere l'ansia da separazione da quest'ultima appena
trattata, dove il disturbo predominante consiste nel lasciare
le figure genitoriali anche durante le attività ludiche
|
Il testo contenuto in
questa pagina è stato attentamente selezionato
da PSICOLOGIA ITALIA su
WIKIPEDIA, l'enciclopedia libera
http://it.wikipedia.org
Viene riprodotto liberamente con GNU Free Documentation
License (
http://www.gnu.org )
e rilasciato con la stessa licenza e
condizioni.
Lo scopo di Psicologia Italia è di selezionare con queste
pagine una fonte
di informazione liberamente disponibile.
- Disclaimer -
|