Esposizione
L’esposizione è parte di una più generale strategia di
trattamento, ed è una delle procedure tecniche più usate in
assoluto. L’efficacia della esposizione è altamente positiva,
tanto che tale tecnica è confrontata con altri pacchetti
terapeutici molto complessi, o anche con altre psicoterapie di
orientamento diverso.
L’esposizione può essere, classicamente, sia graduata sia
diretta, oppure può essere sia “in vivo” sia immaginativa;
queste varianti hanno una efficacia terapeutica diversa,
infatti la procedura più efficace in assoluto è l’esposizione
graduata in vivo; tuttavia, i vari modi di attuare una
esposizione dipendono strettamente del tipo di problema che il
paziente ha esposto e sulla strategia portata avanti dal
terapista. Ad esempio, un paziente può lavorare sulla
esposizione ad una situazione non reale o assai rara, e quindi
non potrà organizzare una esposizione in vivo. L’esposizione è
un procedura che si ritrova in numerose tecniche maggiori,
come ad esempio la Desensibilizzazione Sistematica di Wolpe, e
contribuisce con la propria efficacia al successo di tecniche
che altrimenti, forse, non avrebbero tanta popolarità.
L’esposizione può essere indirizzata ad una varietà di stimoli
o sintomi o situazioni problematiche in quanto il senso di
questo intervento è quello di permettere al soggetto di
accostarsi ad un dato concreto per verificare se esso è
gestibile (se la intensità del C è gestibile, e se le
valutazioni sulla propria efficacia a gestire quella
situazione, nel B, sono adeguate o meno). Gli effetti della
esposizione sono tali da modificare le percezioni del soggetto
nei riguardi dello stimolo scelto, modificare le valutazioni
disfunzionali, modificare le convinzioni di efficacia
personale nel controllo e nella gestione della situazione
scelta, ed infine permette al soggetto di riprendere le
attività che aveva abbandonato. L’esposizione è il contrario
del comportamento di evitamento, e potrebbe sembrare ingenuo
che un soggetto che evita poi si esponga; in realtà tutti i
soggetti che evitano sono capaci di esporsi gradualmente, se
l’esposizione è concordata e definita con il paziente, e nella
quale è chiaramente definito l’obiettivo di questa procedura.
La natura
degli stimoli che sono oggetto della esposizione possono
essere tanto interni quanto esterni, possono essere sia
sensazioni interne (come nelle procedure per il trattamento
degli attacchi di panico, ipocondria, ossessioni) sia
situazioni esterne (agorafobia, fobia sociale, depressione);
la natura della procedura di esposizione è la medesima sia con
stimoli esterni che con stimoli interni: il soggetto si
accosta ad uno stimolo verso il quale attiva cognizioni
disfunzionali sia verso l’oggetto della esposizione sia verso
di sé nei rapporti con lo stimolo stesso.
L’esposizione è usata come parte di altre procedura quali la
verifica delle evidenze e la verifica empirica, ed usata in
combinazione con le attività di raccolta di informazioni come
le schede o i diari. L’uso della esposizione può rapidamente
far recuperare al soggetto tutta una serie di abilità e di
poteri che aveva abbandonato a causa del disturbo.
|