L'esperienza
comprende la conoscenza (ovvero la capacità ovvero ancora
l'osservazione) di una cosa o di un evento, o di un fenomeno,
ottenuta tramite il coinvolgimento in (ovvero l'esposizione a)
quella cosa o quell'evento.
La maggior parte dell'esperienza viene accumulata con
l'avanzare del tempo, sebbene si possa esperire anche un
singolo evento repentino. Il termine viene generalmente
utilizzato in riferimento al cosiddetto know-how ovvero alla
conoscenza procedurale, piuttosto che alla conoscenza
proposizionale.
In filosofia, il termine è invece utilizzato spesso in
riferimento alla "conoscenza empirica", ovvero "conoscenza a
posteriori". Si è soliti chiamare esperto una persona dotata
di un'esperienza considerevole in un certo ambito.
Immediatezza dell'esperienza
Un'esperienza è detta "di prima mano" quando è riportata
direttamente da colui che l'ha compiuta (ad esempio, il
testimone oculare di un certo accadimento). Nonostante la
preziosità di un siffatto tipo di esperienza, esso non è
esente dagli errori tipicamente provocati dalla percezione
sensoriale e dall'interpretazione personale.
Un'esperienza di seconda mano, per contro, può possedere
alcuni utili pregi: può esser stata verificata a partire dalle
esperienze di più di una persona, e può così risentire delle
reciproche correzioni offerte dal confronto di più punti di
vista.
Quando l'esperienza comincia a essere di terza mano, la
lontananza della fonte originale rende l'informazione poco
affidabile, relegandola nel "sentito dire".
Ippocrate di
Kos sottolineava che l'epilessia sarebbe stata considerata
divina solo fino a quando non sarebbe stata compresa.
L'epilessia
può manifestarsi ad ogni età ed in forme assai diverse; data
la sua varietà, si parla genericamente di epilessie.
È fra le
malattie neurologiche più frequenti: colpisce dalle tre alle
sette persone ogni mille, circa 2 milioni e mezzo di persone
negli Stati Uniti.
1 Definizioni
2
Classificazione delle crisi
2.1 Attacchi
parziali
2.2 Attacchi
generalizzati
2.3
Classificazione delle sindromi epilettiche
3 Cause
4 Collegamenti
esterni
- Definizioni
Con il termine
di crisi epilettica (o comiziale) si intende un'alterazione
transitoria del comportamento, senza causa apparente,
conseguente a una scarica patologica, ritmica e sincrona di un
gruppo di neuroni cerebrali (sempre di appartenenza
corticale).
Si può
trattare anche di crisi non epilettiche, qualora causate da
agenti esterni quali terapia elettroconvulsivante (ECT, il
comune "elettroshock"), o farmaci convulsivanti. Con il
termine di epilessia, invece, si intende un disturbo
neurologico caratterizzato da un'imprevedibile periodicità del
verificarsi di crisi epilettiche.
-
Classificazione delle crisi
Le crisi
epilettiche sono state classificate in
- crisi
parziali: a origine focale (localizzata) a livello della
corteccia, le cui manifestazioni comportamentali dipendono
dall'area corticale colpita (ES.: una crisi focale della
corteccia motoria avrà come manifestazioni dei movimenti
clonici dell'emisoma controlaterale - da ricordare che il
corpo è diviso virtualmente in due emisomi, ciascuno dei quali
è innervato e comandato dall'emisfero cerebrale che si trova
dalla parte opposta)
Gli attacchi
epilettici sono classificati in base al loro
elettroencefalogramma e al loro comportamento.
Sulla base di
quanto mostra l'elettroencefalogramma, gli attacchi possono
essere classificati come parziali o generalizzati.
Gli attacchi
parziali coinvolgono una parte localizzata del cervello
Gli attacchi
generalizzati coinvolgono l'intera corteccia. La frase
"generalizzazione secondaria" puo essere usata per descrivere
un attacco parziale che in seguito si espande all'intera
corteccia e diventa generalizzato.
- Attacchi
parziali
Gli attacchi
parziali a loro volta possono essere divisi in attacchi
semplici e complessi. Ciò fa riferimento all'effetto
dell'attacco sullo stato di coscienza:
Gli attacchi
semplici non causano una perdita di coscienza (sebbene possano
causare un'alterazione dei sensi o altre sensazioni)
Gli attacchi
complessi fanno perdere la coscienza. Ciò non significa
necessariamente che la persona che prova questo tipo di
attacco cadrà a terra privo di sensi (come un pupazzo). Per
esempio gli attacchi complessi possono spingere alla
inconsapevole ripetizione di semplici azioni, gesti o parole.
Gli effetti
degli attacchi parziali possono essere minori in base all'area
del cervello in cui essi sono attivi. Per esempio un attacco
parziale in aree deputate alla percezione può causare una
particolare esperienza sensoriale (per esempio la percezione
di un odore, di una musica o di un lampo di luce) mentre,
quando è localizzato nella corteccia motoria, l'attacco
parziale puo causare un movimento in un particolare gruppo di
muscoli.
Questo tipo di
attacco può produrre particolari pensieri o immagini interne o
anche esperienze che possono essere distinte ma non facilmente
descritte. Gli attacchi centrati nel lobo temporale sono
famosi per il provocare esperienze mistiche o di estasi in
alcune persone. Queste possono risultare in una diagnosi
errata di psicosi o anche schizofrenia, se gli altri sintomi
dell'attacco sono trascurati e non sono eseguiti altri test.
Sfortunatamente i farmaci anti-psicotici, se non prescritti
assieme a farmaci anticonvulsivanti, possono abbassare la
soglia dell'attacco e peggiorarne i sintomi.
In circa la
metà dei casi di epilessia al lobo temporale possono
verificarsi mal di testa itterici molto dolorosi, spesso
diagnosticati erroneamente come emicrania con aura. Questi mal
di testa possono essere molto più intensi. talvolta
accompagnati da temporanea cecità.
Se, come un
segnale d'allarme, questi sintomi appaiono prima di un più
serio attacco, vengono definiti come "aura". Possono essere
quindi considerati come il risultato di un attacco parziale
destinato a divenire generalizzato.
- Attacchi
generalizzati
Gli attacchi
generalizzati possono essere classificati in varie categorie,
a seconda del loro effetto sullo stato di coscienza:
Attacchi
dell'assenza: portano un'interruzione dello stato di coscienza
dove la persona che sperimenta l'attacco sembra diventare
assente e insensibile per un breve periodo di tempo (di solito
30 secondi). Possono sopraggiungere leggere contrazioni
muscolari.
Attacchi
tonico-clonici: portano un'iniziale fase di contrazione
muscolare (fase tonica) che può portare a masticarsi la
lingua, a urinare ed un'assenza di respiro. Tutto questo è
seguito da contrazioni muscolari ritmiche (fase clonica).
Questo tipo di attacco è usualmente ciò che si intende col
termine epilessia nel linguaggio colloquiale. Tende ad essere
accompagnato da intense visioni o allucinazioni spesso di
natura religiosa e mistica. L'epilettico può, dopo aver
ripreso coscienza, avere forti convinzioni derivate dalle
allucinazioni, che possono persistere per un po' di tempo.
Attacchi
mioclonici: portano sporadiche contrazioni muscolari e possono
risultare in contrazioni di muscoli o gruppi muscolari a
scatti.
Attacchi
atonici: portano il rilassamento del tono muscolare causando
la caduta a terra dell'epilettico.
Stato
epilettico: porta continuati attacchi senza riposo tra le
successive fasi tonico-cloniche. Questa è una condizione di
vita terribile e l'assistenza medica dovrebbe essere chiamata
immediatamente se si sospetta questa malattia.
Epilessia
parziale continua: è un raro tipo di attacchi motori
ricorrenti che sono locali (faccia e mani) e ricorrono ogni
pochi secondi o minuti per periodi estesi (giorni o anni)
-
Classificazione delle sindromi epilettiche
Oltre alla
classificazione degli attacchi epilettici, esiste un'ulteriore
classificazione che riguarda le sindromi epilettiche
(ripetersi periodico e imprevedibile di attacchi epilettici).
Queste sono classificate in base al tipo/tipi di crisi che le
caratterizzano, all'età di esordio, all'eziologia, e vari
altri fattori. Sono state identificate più di 40 sindromi
epilettiche, qui ne riporteremo alcune, ma per una
classificazione più appropriata riferirsi a ILAE (International
League Against Epilepsy)
Le epilessie
parziali rappresentano circa il 60% di tutte le forme di
epilessia, e sono caratterizzate da una tipologia qualsiasi di
attacco epilettico parziale. La maggior parte delle volte sono
causate da una lesione corticale (frequentemente riscontrabili
radiologicamente ad esempio con una Risonanza Magnetica) da
trauma, malformazioni nell'accrescimento, ictus cerebri o
altro, e raramente sono determinate geneticamente
Le epilessie
generalizzate (tra cui l'epilessia mioclonica giovanile, ad
esordio nell'adolescenza, ha un'incidenza del 10% su tutte le
epilessie) rappresentano il 40% di tutte le sindromi
epilettiche, e generalmente hanno un'eziologia genetica.
Il Piccolo
Male Epilettico colpisce spesso i bambini, ed è un'improvvisa
perdita di coscienza (circa 5-10 sec) con arresto improvviso
dell'attività sguardo fisso e spesso rotazione in alto degli
occhi, a cessazione improvvisa; spesso dopo l'assenza il
soggetto si rende conto dell'accaduto dallo sguardo attonito e
interrogativo dei presenti; le assenze possono essere semplici
(solo perdita di coscienza) e complesse (accompagnate da
contrazioni cloniche, ipotonia muscolare, ipertonia dei
muscoli assiali)
Il Grande Male
Epilettico è una varietà di epilessia più drammatica e
teatrale, e infatti spesso rappresenta l'immaginario comune
della sindrome epilettica. È caratterizzata da un'iniziale
spasmo massimo di tutti i muscoli scheletrici (fase tonica ->
aura epilettica) seguita dopo poche decine di secondi da
contrazioni muscolari rapide, più o meno regolari, con
movimenti ampi e veloci (scosse cloniche sincrone -> Fase
Clonica). Infine abbiamo una transitoria perdita di coscienza
di 5-10 minuti con perdita di urina (Fase post-accessuale).
Lo Stato di
Male è una drammatica situazione in cui l'individuo è in preda
a una crisi epilettica che si protrae per almeno 10-20 minuti,
o dura di meno ma si ripete a intervalli talmente ristretti
che non consente la ripresa di coscienza.
- Cause
Le cause
dell'epilessia sono sconosciute ma alcuni scienzati ritengono
che gli attacchi possono derivare da un numero di condizioni
non in relazione, incluso un danno procurato dalla febbre
alta, da una contusione, da una sostanza tossica o da uno
squilibrio elettrolitico.
Gli attacchi
tonico-clonici generalizzati possono interessare qualunque
persona in alcune circostanze, come febbre o overdose causata
da droga ma queste persone non sono generalmente classificate
come epilettiche. L'epilessia richiede che un individuo abbia
attacchi che ricorrano col tempo in maniera imprevedibile.
Nel 70% di
tutti i casi non c'è una causa scatenante l'epilessia che è
riscontrabile nello stato attuale della medicina. Qualcuno
dice che può verificarsi in ognuno a qualunque età senza
apparenti cause. Nell'altro 30% dei casi è rintracciabile un
danno al cervello, una cicatrice o una malformazione. Nella
stragrande maggioranza dei casi può essere intercettata
dall'elettroencefalogramma una abnorme attività elettrica nel
cervello.
Le piu comuni
fasce di età soggette all'epilessia sono da 0 a 18 anni e
oltre 65 anni. È stato stimato che circa il 2,5% della
popolazione ha una forma di epilessia ma qualcuno sostiene che
in realtà la stima debba essere molto più elevata.
Si sa che un
significativo e misurabile declino cognitivo è associato con
l'epilessia sebbene non è ancora chiaramente spiegato se cio
sia dovuto all'epilessia in se o ai farmaci usati per curarla.
Qualcuno considera le moderne droghe anti epilettiche avere
meno effetti cognitivi seri rispetto ai vecchi farmaci. In
base al livello individuale la reazione di una persona agli
attacchi epilettici o alle droghe anti epilessia può essere
idiosincratica così è a volte difficile da predire come una
particolare persona può essere affetta.
Le mutazioni
in numerosi geni sono state collegate ad alcuni tipi di
epilessia.
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