L'elettroencefalografia (EEG) è la
registrazione dell'attività elettrica dell'encefalo. La
tecnica è stata inventata nel 1929 da Hans Berger, il quale
scoprì che vi era una differenza di potenziale elettrico tra
aghi infissi nello scalpo oppure tra due piccoli dischi di
metallo (elettrodi) quando essi sono posti a contatto sulla
cute sgrassata del cuoio capelluto. La tecnica fu in seguito
perfezionata da Herbert Jasper.
La rappresentazione grafica della
registrazione è l'elettroencefalogramma.
L'elettroencefalografia viene registrata
dall'elettroencefalografo che può essere un apparecchio
analogico oppure digitale e fornisce una traccia registrata su
carta termica o millimetrata, su monitor con registrazione su
Hard Disk, CD o DVD, per una visione successiva.
Indice
[nascondi] [nascondi]
1 Sistema Internazionale 10-20
2 Ritmo cerebrale alfa
3 Origine dell'EEG
4 Metodo diagnostico
5 Bibliografia
6 Voci correlate
- Sistema Internazionale 10-20
Gli elettrodi vengono applicati sullo
scalpo secondo il posizionamento standard chiamato "sistema
internazionale 10-20". 10% oppure 20% si riferisce al 100%
della distanza tra due punti di repere cranici "inion"
(prominenza alla base dell'osso occipitale) e "nasion" (ataccatura
superiore del naso), questa distanza di solito va da 30 a 36
cm. con grande variabilità interpersonale.
Vengono collocati 19 elettrodi, lungo
cinque linee: 1) P1: longitudinale esterna e 2) P2: long.
interna di destra, 3) centrale, 4) P1: longitudinale esterna e
5) P2: long. interna di sinistra.
La linea trasversa T4-C4-Cz-C3-T3
(risultante delle precedenti) viene denominata montaggio P3,
ed anch'essa deve seguire la regola del 10-20%.
Gli elettrodi fronto-polari sono
collocati al 10% (3-4 cm) della distanza I-N, sopra le
sopraciglia, i frontali vengono collocati sulla stessa linea
dei fronto-polari, più sopra del 20%, poi vengono i centrali
(+ 20%), infine i parietali (+ 20%) e gli occipitali (+ 20%),
con questi si arriva al 90% della distanza nasion-inion, ad
una distanza del 10% dall'inion.
Alla posizione che ogni elettrodo occupa
sullo scalpo fa riferimento una sigla. Le sigle che
individuano la posizione di un elettrodo sono formate da
una/due lettere, che permettono di identificare la regione
della corteccia esplorata (Fp: frontopolare; F: frontale; C:
centrale; P: parietale; T: temporale; O: occipitale) e da un
numero (o una z) che identifica l’emisfero (numeri dispari:
sinistra; numeri pari: destra; z: linea mediana).
- Ritmo cerebrale alfa
Il ritmo di base é il ritmo alfa ("ritmo
di Berger") con una frequenza di 8-12 Hz (cicli/sec) di
ampiezza media sui 40-50 microVolt, che viene registrato ad
occhi chiusi in un soggetto sveglio, soprattutto tra gli
elettrodi occipitali e quelli parietali rispetto ai centrali e
temporali posteriori (EEG sincronizzato).
Se si invita il soggetto ad aprire gli
occhi, l'attività alfa scompare ed è sostituita da un'attività
di basso voltaggio più rapida di tipo beta (desincronizzazione).
La differenza di potenziale tra le cellule nervose del
cervello viene quindi misurata come differenza in voltaggio.
Al fine di valutare questa differenza di potenziale le onde
generate vengono valutate per la loro differenza in ampiezza
(ed espresse in microVolt) ed in frequenza (ovvero in cicli
per secondo o Hz).
Elettroencefalogramma normale: le onde
alfa sono prevalente a livello parietale e occipitale.
Fenomeno di desincronizzazione all'apertura degli occhi
Le onde alfa sono caratteristiche in
condizioni di veglia e di riposo mentale, ma non nel sonno,
dove sono assenti. Quando un soggetto è sottoposto ad
un'attività cerebrale maggiore, si registra la presenza delle
onde beta. Queste sono dominanti in un soggetto ad occhi
aperti, ma anche in stati di allerta e nel sonno REM.
Le onde theta sono dominanti nel neonato
e possono rappresentare tensioni emotive. Infine, le onde
delta sono predominanti nell'infanzia, nell'anestesia generale
ed in alcune malattie cerebrali.
Nello stato di sonno sono presenti sia
onde beta che onde delta e theta (queste ultime nel sonno
non-REM).
- Origine dell'EEG
I neuroni corticali sono organizzati in
modo da formare ammassi colonnari ad orientamento
perpendicolare alla superficie della corteccia cerebrale, di
cui costituiscono le unità funzionali elementari. L'EEG è
l'espressione dei processi sinaptici (potenziali elettrici
pre- e post-sinaptici), di potenziali dendritici e
probabilmente anche di potenziali della neuroglia (cellule di
sostegno).
I potenziali rilevabili tramite EEG sono
quelli associati a correnti all'interno dell'encefalo che
fluiscono perpendicolarmente rispetto allo scalpo. Una tecnica
complementare all'EEG è la magnetoencefalografia (MEG), che
permette di misurare le correnti che fluiscono parallelamente
allo scalpo.
- Metodo diagnostico
EEG in un caso di epilessia idiopatica:
punte-onda generalizzate a 3 Hz
È utilizzato nei casi di disturbi
convulsivi come l'epilessia (registrazione di onde anomale
come punte, punte-onda) o per segnalare la presenza di
alterazioni che possono indurre il neurologo a chiedere una
TAC oppure una RM per scoprire ascessi, calcificazioni, cisti,
ematomi, emorragie, infiammazioni oppure tumori del cervello
benigni o maligni.
Viene anche usato nella definizione di
morte cerebrale, caratterizzata dal tracciato dell' EEG
piatto, che deve comunque essere confermata anche con altri
sistemi, come valutazione dei riflessi del tronco-encefalico
oppure con l'eco-doppler
|