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DISTURBI DELLA PERSONALITA'


 

Disturbi della personalità

In psicologia si parla di Personalità per indicare caratteristiche individuali che si manifestano attraverso il modo di reagire al mondo esterno, i vissuti soggettivi, la visione del mondo;… in termini generali: attraverso il comportamento.

 

I cambiamenti patologici della personalità possono essere dovuti a un’esperienza catastrofica o a un’affezione psichiatrica. Nel primo caso l’evento deve aver provocato una grave minaccia o un danno all’integrità fisica, e ne deriva una tendenza all’isolamento con atteggiamenti ostili, di sfiducia e sentimenti di estraneità, passività e sensazioni di estraneamento.

 

Non è facile dare un giudizio di normalità o di patologia per questo settore della psicologia…

 

La personalità normale ha un insieme di caratteristiche che sono mancanti o difettose nelle cosiddette personalità abnormi:

 

elasticità nei comportamenti

capacità a tollerare differenze individuali e frustrazioni

accettazione degli altri come individui di pari dignità

empatia

identificazione con gli altri

imparare dall’esperienza.

La maggior parte di questi soggetti non è consapevole della patologicità della propria condizione e le loro sofferenze derivano da inevitabili reazioni dell’ambiente circostante.

 

Per gravità e consuetudine i disturbi della personalità vengono collocati tra nevrosi e psicosi; i risultati terapeutici ottenibili sono davvero limitati e le condizioni tendono ad aggravarsi perché i modi di comportamento dei soggetti determinano delle reazioni dell’ambiente circostante che rinforzano le anomalie stesse.

 

 

-Classificazione

Nessuna classificazione è del tutto soddisfacente perché questi soggetti presentano delle manifestazioni che potrebbero essere incluse in più di un raggruppamento.

 

 

-Classificazione del DSM IV

paranoide

schizoide

schizotipica

antisociale

borderline

istrionica (isterica)

narcisistica

evitante

dipendente

ossessivo-compulsiva

 

-Personalità paranoide

Soggetti che fin da giovani appaiono privi di fiducia nel prossimo, ritengono di essere rifiutati e danneggiati e attribuiscono tutte le colpe agli altri, sono privi di umorismo. Sono sensibili al potere e al rango (provano disprezzo per i deboli), incontrano spesso difficoltà lavorative perché sono inevitabili i conflitti con gli altri.

 

-Diagnosi differenziale

La diagnosi differenziale più importante è nei riguardi della schizofrenia (verso la quale possono evolvere). E’ possibile accanto alla cronicizzazione, anche un miglioramento con l’età matura.

 

-Personalità schizoide

Soggetti che presentano un quadro stabile e duraturo di isolamento per l’incapacità di stabilire relazioni con gli altri o a provare sentimenti importanti verso di loro.

 

Sono dotati di una personalità fredda che li porta a non partecipare agli eventi quotidiani e alle preoccupazioni degli altri, ad essere indifferenti alle mode, alle critiche, alle lodi; sono attratti dai movimenti filosofici, politici o religiosi.

 

Tendono a scegliere lavori solitari e, se intelligenti, hanno buoni risultati nei campi della matematica e della fisica; si trovano bene con gli animali.

 

Vivono immersi in un mondo di fantasia, ma il rapporto con la realtà non ne è danneggiato.

 

Hanno scarso interesse per la sessualità (gli uomini di solito non si sposano e le donne lo fanno se hanno un partner che glielo impone).

 

Il disturbo non sempre è cronico e qualche risultato è ottenibile con la terapia.

 

Tra le psicoterapie possono dare maggiori risultati quelle fondate sull’insight, durante le quali i soggetti esprimono la loro tendenza all’introversione, esprimono il loro mondo di fantasia e la paura di dipendere dal terapeuta.

 

Nelle terapie di gruppo possono restare a lungo in silenzio, anche se la partecipazione al gruppo è un elemento importante della loro vita.

 

-La personalità schizotipica

Soggetti che esibiscono evidenti stranezze e bizzarrie nel pensiero, nel linguaggio e nel comportamento. E’ un disturbo che compare frequentemente tra i parenti degli schizofrenici.

 

Ritengono spesso di avere dei poteri speciali del pensiero e particolari doti di insight, sono attratti dai culti esotici, dalla parapsicologia, dall’occultismo. Il loro mondo è pieno di idee strane, di paure, di fantasie magiche e infantili.

 

Mostrano illusioni percettive e fenomeni di depersonalizzazione e di derealizzazione. La loro vita affettiva sembra tutta una forzatura.

 

Hanno frequenti comportamenti inadeguati e scarsi rapporti con il prossimo.

 

Prognosi: possibile evoluzione verso la schizofrenia, rischio di suicidio e tendenza alla cronicizzazione.

 

-La personalità antisociale

Soggetti (2/3 maschi) che attuano continui atti criminosi perché incapaci di conformarsi alle norme sociali. E’ stata dimostrata una maggiore incidenza familiare, che potrebbe dipendere da modelli offerti durante lo sviluppo e sono state comunque descritte delle minime lesioni elettroencefalografiche e cerebrali minime

 

Già prima dei 15 anni sono incapaci di assumersi delle responsabilità e di pianficare il futuro e utilizzano le loro capacità personali per sedurre e truffare gli altri.

 

Possono attuare qualsiasi tipo di condotta criminale senza provare ansia mentre agiscono, né rimorsi dopo.

 

Appaiono poco coerenti, anche se mantengono un soddisfacente rapporto con diversi aspetti della realtà; la loro vita affettiva è, ovviamente, precaria.

 

Decorso: graduale incremento del comportamento asociale dalla tarda adolescenza fino all’età giovanile; in seguito le cose possono migliorare. Fra le complicazioni: depressione, alcolismo, tossicodipendenza.

 

Gli unici interventi terapeutici sono quelli psicologici (individuali o di gruppo). Il terapeuta non deve apparire rigido per non essere identificato con un’autorità punitiva, ma deve anche porre dei limiti per la propria salvaguardia… deve dimostrare ai soggetti di essere disponibile per un rapporto onesto e fiducioso, ma non ingenuo. Occorre privilegiare tutte quelle situazioni che offrono delle alternative ai comportamenti criminali.

 

-La personalità borderline

Soggetti in cui l’instabilità della vita affettiva, i disturbi dell’umore, del comportamento, delle relazioni oggettuali e dell’immagine di sé sono stabili e di una gravità tale da rendere difficile la diagnosi differenziale con la psicosi.

 

Nelle famiglie si ha un’alta incidenza di depressione e di tossicodipendenze.

 

I soggetti appaiono imprevedibili, perennemente in crisi, incerti sulla propria identità, si lamentano di noia, di sentimenti di vuoto; frequenti le oscillazioni dell’umore.

 

Hanno continuo bisogno di compagnia ma i rapporti con gli altri sono tempestosi per le loro oscillazioni tra amore e odio, esaltazione e avvilimento, litigiosità e arrendevolezza.

 

Hanno evidenti spinte ad autodanneggiarsi e incorrono facilmente in episodi psicotici.

 

In questo gruppo c’è anche la personalità “come se” attribuita ai soggetti che la fragile identità personale li induce ad adottare caratteristiche o comportamenti di persone per loro al momento importanti.

 

Prognosi: non favorevole perché i disturbi tendono a mantenersi stabili.

-La personalità istrionica (isterica)

Soggetti (prevalentemente donne) che sono alla continua ricerca di attenzione, iperemotivi ed eccitabili, mostrano un comportamento teatrale, in autentico, esibizionista.

 

Esagerano i loro sentimenti con scoppi di ia, lacrime, disperazione.

 

Sono alla continua ricerca di lode e di approvazione e dimostrano di essere dipendenti, immaturi con scarsa capacità di controllo.

 

Si preoccupano eccessivamente del loro aspetto fisico. Hanno un atteggiamento deduttivo con una ricca fantasia sessuale, anche se la loro vita sessuale è povera e sono frequenti frigidità o impotenza.

 

La forte dipendenza e la suggestionabilità li rendono facilmente vittime di inganni; la ricerca di emozioni intense può portarli a comportamenti che possono metterli nei guai con la legge.

 

Sul piano conoscitivo sviluppano un livello impressionistico, intuitivo, superficiale.

 

Terapia: le migliori sono quelli psicodinamiche.

 

-La personalità narcisistica

E’ una condizione in costante e rapido aumento. Sono soggetti che hanno un sentimento grandioso di sé, si considerano unici e hanno un gran bisogno di essere amati e ammirati dagli altri.

 

Si considerano speciali, meritevoli di ricevere un trattamento diverso e ogni critica appare loro insopportabile (altre volte sono invece del tutto indifferenti alle critiche). Spesso ambiziosi, possono ottenere risultati brillanti.

 

La loro vita affettiva è superficiale e i rapporti che instaurano sono fragili. Sono incapaci di provare empatia e i loro slanci sono superficiali e suonano falsi. Nei riguardi degli altri sono egoisti, manipolatori e tendono a sfruttare.

Sono invidiosi e svalutano gli altri e le loro realizzazioni. Il bisogno di approvazione e ammirazione da parte del prossimo è talmente importante da rendere fragile la loro autostima e da portarli facilmente alla depressione. Ogni minima ferita narcisistica è causa di forte stress che affrontano con risposte affettive inadeguate (depressione e/o aggressività).

 

Decorso: tende alla cronicizzazione Prognosi: da tener conto che questi soggetti affrontano con particolari angosce l’invecchiamento.

 

Sono consigliate le psicoterapie dinamiche anche se i risultati sono davvero modesti.

 

-La personalità evitante

Soggetti che fin da bambini, pur non volendolo, conducono una vita isolata perché temono il rifiuto e di mostrarsi inadeguati; sono timidi, ipersensibili a tutte le manifestazioni di rifiuto.

 

Desiderano compiacere gli altri, sono desiderosi di dare e ricevere affetto, soffrono se privi di compagnia. Temono di parlare in pubblico e di fare richieste, anche banali, agli altri. Difficilmente ottengono successo in lavori che richiedono una qualche forma di autorità.

 

Possono condurre una vita abbastanza tranquilla purché siano circondati da un ambiente protetto… se non è così subentrano ansia e depressione; sono frequenti i disturbi fobici.

 

La psicoterapia può dare buoni risultati.

 

-La personalità dipendente

Persone (spesso femmine) che subordinano le proprie necessità a quelle degli altri cui delegano anche decisioni importanti riguardanti la propria vita. Fin dalla giovane età sono pervase da un sentimento di incapacità e di inadeguatezza e appaiono passive e sottomesse.

 

Cercano qualcuno che si prenda cura di loro e nei cui confronti appaiono docili e sottomesse. Se devono decidere qualcosa non sembrano mai sazie di consigli e rassicurazioni. Evitano ovviamente ogni forma di responsabilità e di autonomia perché ansiogene. Trovano difficile chiedere per loro stesse, ma possono farlo per gli altri.

 

Le varie forme di psicoterapia possono dare dei risultati soddisfacenti.

-La personalità ossessivo-compulsiva

Soggetti affettivamente forzati, incapaci di esprimere le loro emozioni, perseveranti, testardi, indecisi; privilegiano la logica rispetto agli affetti e sono amanti dell’ordine e tendenti al perfezionismo e al collezionismo.

 

Preoccupati per i dettagli, le regole, le liste, l’organizzazione, sono convenzionali, formalisti, eccessivamente scrupolosi, intolleranti e privi di umorismo. Sono rispettosi e compiacenti verso le autorità.

 

Tengono di solito una postura forzata, innaturale, parlano con voce monotona e sono ricercati nell’abbigliamento. Nel lavoro raggiungono di solito un buon livello a scapito di divertimento e amicizie.

 

Taccagni per sé e per gli altri, accumulano denaro per le future catastrofi. Ovviamente i loro legami affettivi tendono ad essere instabili.

 

Con la psicoterapia è possibile un’attenuazione, ma è anche possibile un’evoluzione verso la nevrosi, la depressione, la schizofrenia.

 -non comprese nel DSM-IV ma presenti in letteratura

passivo-aggressiva

depressiva

negativista

autosconfigge

 

-La personalità passivo-aggressiva

Sono persone che esprimono la propria forte aggressività attraverso l’ostruzionismo, l’ostinazione, l’inefficienza… Non operano efficacemente nella vita sociale e lavorativa…. Fanno errori ingiustificati, si dimenticano le cose, non sono interessati a informazioni necessarie, evitano gli obblighi dicendo di averli dimenticati.

 

Criticano le persone da cui dipendono, ma non fanno niente di costruttivo per cambiare la propria condizione di dipendenza, tendono al pessimismo.

 

Possono diventare ansiosi di fronte al successo e le relazioni interpersonali non sono soddisfacenti a nessun livello.

 

-La personalità depressiva

L’umore abituale è dominato da scoraggiamento, tristezza, infelicità, tetraggine, mestizia.

 

Hanno atteggiamento negativo e critico verso gli altri e verso loro stessi e hanno senso di colpa e tendenze autopunitive.

 

-La personalità negativista

Sono soggetti cupi e irritabili, pessimisti e invidiosi verso chi sembra essere più fortunato.

 

Pretendono di essere sempre sfortunati e si perdono in piagnucolii e in mugugni continui. Si lamentano di essere vittimizzati, di non essere apprezzati dall’ambiente circostante, ma mostrano una passiva resistenza a esaudirne le richieste.

 

Infine mostrano un’alternanza fra autonomia ostile e comportamenti di dipendenza.

 

-La personalità che si autosconfigge

Sono comportamenti che portano inevitabilmente all’insuccesso in diverse aree: scuola, lavoro, rapporti interpersonali, relazioni sociali.Sono soggetti che si percepiscono non meritevoli di essere trattati bene e evitano le persone che sembrano disposte a farlo.

 

Scelgono situazioni destinate al fallimento pur potendo scegliere tra opportunità migliori. Assumono dei comportamenti che creano condizioni di rifiuto per poi sentirsi feriti, sconfitti, umiliati. Evitano le occasioni con conseguenze positive e se queste nonostante tutto si realizzano, negano di star provando piacere.

 

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