Disturbi dell’infanzia, della
fanciullezza e dell’adolescenza
La caratteristica più importante dei
primi anni di vita è costituita dai continui cambiamenti che
si realizzano fisiologicamente in relazione alla crescita.
Non sono da sottovalutare problemi
relativi alla psichiatria infantile, come:
tanto più il bambino è piccolo, tanto
maggiori sono le difficoltà a comunicare con lui
i bambini possono sviluppare senza
apparenti motivi atteggiamenti di non collaborazione difficili
da superare
può essere necessaria la necessità di
affidarsi ad es. alla famiglia del piccolo paziente per
raccogliere dati importanti, e questa può presentare vari
difetti (come non essere sufficientemente osservatrice, essere
mossa da interessi particolari, avere un giudizio disturbato
da interferenze affettive)
tutte le manifestazioni psicopatologiche
devono continuamente essere confrontate con le fasi dello
sviluppo
importanza dell’ambiente circostante come
momento patogeno o terapeutico
necessità di integrare i colloqui e
l’osservazione con scale, questionari, test,…
-Il ritardo (insufficienza) mentale
Difetto del funzionamento intellettivo e
dell’adattamento che si manifesta nel periodo evolutivo (prima
dei 18 anni).
Sulla base del quoziente intellettivo si
distingue:
deficit mentale profondo
ritardo mentale grave
ritardo mentale moderato
ritardo mentale lieve.
Il moderno concetto di ritardo mentale
nasce nel 1905 quando lo psicologo Alfred BINET dovette
valutare chi potesse accedere alla scolarizzazione
obbligatoria in Francia.
L’incidenza del disturbo non è facilmente
determinabile, sembrerebbe superiore all’1% della popolazione
con una leggera prevalenza nei maschi.
L’eziologia del disturbo è molteplice:
anomalie biologiche, cromosomiche o metaboliche; in alcuni
casi per difetti nutritivi e per patologia gravidica come ad
es. rosolia o alcoolismo.
Anche il quadro clinico può variare a
seconda dell’intensità del disturbo: nei casi lievi può
consentire una vita abbastanza normale, mentre in quelli gravi
può comportare una vita solo vegetativa, spesso in un istituto
specializzato, e l’incapacità di controllo sfinterico.
Certi pattern (modelli) di comportamento
sono comunque rintracciabili:
egocentrismo
difetti di astrazione e di
simbolizzazione
pensiero concreto
difettoso controllo e ridotta modulazione
dell’affettività e dell’aggressività
rapporti interpersonali disturbati
(dipendenza o opposizioni eccessive).
In questi soggetti sono inevitabili la
costruzione di un’immagine negativa di sé e una bassa
autostima.
-I disturbi dell’apprendimento
Difficoltà che i bambini incontrano nei
primi anni di scuola con disturbi di calcolo, scrittura o
lettura. Le cause precise non sono conosciute e attualmente
prevalgono fattori maturativi, cognitivi, socioeconomici,
emotivo-conflittuali, educativi.
-I disturbi del linguaggio
Possono riguardare:
articolazione
espressione
comprensione
fluidità
in soggetti senza deficit intellettivo e
senza problemi neuropsichiatrici e organici che li
giustifichino.
Le cause del disturbo non sono
conosciute, e tali anomalie possono portare importanti
conseguenze sul piano sociale del soggetto che ne soffre.
Spesso risultano molto vantaggiose le
terapie del linguaggio, mentre le psicoterapie sono utili per
le conseguenze secondarie.
disturbi dell’articolazione (dislalia)
sono frequenti e ricorrenti errori dell’articolazione e della
pronuncia della parola; sono spesso presenti distorsioni,
omissioni e sostituzioni. Disturbo dell’espressione o della
ricezione è l’incapacità a dire o capire le parole più
semplici, nonostante il desiderio di farlo Le balbuzie sono
frequenti ripetizioni, prolungamenti di suoni o sillabe,
oppure esitazioni e pause che disturbano la fluidità e il
ritmo del discorso; vengono accentuate per influenze emotive e
in seguito a un forte desiderio di parlare. Esiste una
familiarità.
-Le alterazioni della motilità
Non se ne può parlare prima dei 4 anni.
Possono prendere la forma di disturbi
della coordinazione motoria o di tic.
il disturbo della coordinazione motoria
che si verifica prevalentemente nei maschi, ha come ipotesi
eziologica un difetto dello sviluppo da lesioni cerebrali
minime determinatesi durante la vita intrauterina. Le
manifestazioni possono attenuarsi notevolmente quando il
livello intellettivo è buono. Sono utili le terapie
rieducative. i tic sono movimenti rapidi, improvvisi,
involontari, non ritmici, stereotipati vissuti come
irresistibili ma è possibile che vengano soppressi con
disagio, per minuti o anche per ore. Possono essere semplici o
complessi e generalmente riguardano occhi, faccia, spalle,
produzioni vocali di parole o frasi.
Per l’eziologia vengono in primo piano le
anomalie neurochimiche (prime fra tutte quelle della dopamina).
Le alterazioni della motilità si
distinguono in:
-Disturbo transitorio
quando la durata varia da 2 settimane a 1
anno
-Disturbo cronico
compare precocemente e può essere
controllato con l’uso di farmaci come il Serenase,
tranquillanti e vari tipi di psicoterapia.
-Malattia di Gilles de la Tourrette
la persona è invasa da tic multipli che
coinvolgono tutto il corpo, che cambiano nel tempo, e
associati a disturbi ossessivo-compulsivi.
-I disturbi dell’alimentazione
(nell’infanzia)
I disturbi tipici dell’infanzia sono:
-La pica
consiste in una ripetuta ingestione di
sostanze non nutritive come terra, sabbia, plastica, carta,
foglie, insetti. E’ considerata patologica se persiste dopo i
18 mesi di età. Di solito scompare con l’adolescenza. Non ci
sono terapie. In alcune zone del mondo le donne in gravidanza
fanno la stessa cosa.
-La ruminazione (mericismo)
consiste nel rigurgito del cibo dallo
stomaco nella bocca per essere espulso o reinserito. Insorge
fra i 3 mesi a 1 anno di età nei bambini e negli adulti
mentalmente ritardati Come cause sono state avanzate: madre
incapace di dare affetto sistema neurovegetativo reflusso
gastro-esofageo ernie iatali La ruminazione può causare la
morte per grave denutrizione.
-I disturbi delle funzioni evacuative
Consistono nell’urinare e nel defecare in
situazioni non adeguate diventando patologiche quando si
superano i 4 anni di età.
Il controllo sfinterico si sviluppa
durante i primi 4 anni di vita secondo un certo ordine
defecazione: notturno e poi diurno orinazione: diurno e poi
notturno.
-Encopressi
Defecare sporcandosi e non rispettando le
norme ambientali. Eziologia: escluse malattie organiche a
carico del sistema digerente, si pensa ai conflitti con la
famiglia, ritardi maturativi e condizioni di stress (se prima
il bambino era continente). L’evoluzione in genere benigna
lascia comunque importanti conseguenze: fobia per la
defecazione, stitichezza, bassa autostima perché i pazienti
sono spesso ridicolizzati, sentirsi rifiutati, costituire il
capro espiatorio per tensioni e conflitti familiari… Terapia:
agire sulla famiglia riducendo la tensione e consigliando
comportamenti non colpevolizzanti e sul bambino con
psicoterapie comportamentali e dinamiche.
-Enuresi
Ripetitiva e inappropriata emissione di
orina. E’ un disturbo più frequente nei maschietti durante il
sonno, e nelle femminucce durante il giorno. Eziologia: è
opportuno sottolineare che il 75% dei enuretici ha un parente
di primo grado che ha sofferto di una manifestazione analoga.
Forme secondarie sono collegabili a condizioni di stress.
Anche in questo disturbo sono importanti le conseguenze
secondarie. Terapia: bere poco alla sera, risvegli notturni,
uso di farmaci come il Tofranil, terapie del comportamento e
psicodinamiche.
-I disturbi dell’identità di genere
Il sentimento di essere maschi o femmine,
il genere sessuale, è abbastanza definito nei primi 2-3 anni
di vita, determinato da fattori biologici e socio-familiari.
Verso i 4 anni possono evidenziarsi le
prime espressioni patologiche: scontentezza e sentimento di
disagio per il proprio sesso e la tendenza ad assumere i
comportamenti dell’altro sesso (ad es. fare pipì in piedi come
i maschietti).
Tale disturbo è raro e più frequente nei
maschi.
I maschi vengono in genere rifiutati
dagli altri maschi, mentre le femmine sono in genere più
tolleranti e non rifiutano le bambine con tali disturbi…Le
bambine hanno spesso una migliore prognosi perché spesso
cambiano il loro atteggiamento durante l’adolescenza.
La prognosi dipende comunque dall’età di
insorgenza e dalla gravità delle manifestazioni… …circa la
metà dei casi terrà in età adulta un comportamento omosessuale
e il 10% diverrà transessuale.
Ovviamente la terapia è di tipo
psicologico affiancato a un intervento di counseling per i
genitori.
-L’autismo precoce infantile
(4-5 casi su 10.000 soggetti)
E’ una incapacità di mettersi in rapporto
con gli altri e quindi isolamento dalle persone e distacco
dalla realtà Eziologia: si contrappongono teorie
psicodinamiche che puntano sui precoci rapporti madre-bambino
e le teorie organiciste che puntano invece su alterazioni
fisiche e biochimiche, anomalie elettroencefalografiche,
frequenza di convulsioni, dilatazione ventricolare,
predisposizione ereditaria.
I sintomi iniziano precocemente con
apatia e indifferenza alle proposte relazionali della mamma.
Il piccolo rimane apatico, indifferente alla presenza degli
altri, non comunica verbalmente o mostra gravi anomalie del
linguaggio, è privo del sorriso sociale. Non effettua il gioco
esplorativo ma solo uno monotono e ripetitivo senza
coinvolgere nessun altro. Si interessa più agli oggetti che
alle persone e può mostrare grave disagio per cambiamenti
anche minimi dell’ambiente che lo circonda. Può essere
indifferente al freddo e al dolore o mostrare reazioni
spropositate agli stimoli. Sono frequenti i comportamenti
compulsavi per l’alimentazione e l’addormentamento.
Può comunque mostrare capacità
insospettate come agilità, memoria, uso disinvolto di
complicati apparecchi, anche se il livello intellettivo è
frequentemente basso.
Prognosi: è favorevole solo per il 2% dei
casi, mentre l’80% dei casi in età adulta mostra il persistere
di gravi disturbi con l’incapacità a condurre una vita
autonoma. La prognosi è migliore nel caso di un buon livello
intellettivo e di una famiglia in grado di andare incontro
alle grandi richieste di questi pazienti. Si ritengono utili
un sostegno alla famiglia, interventi
educativo-comportamentali per diverse ore al giorno per i
pazienti oltre a farmaci come Serenase e Lipopil.
-I disturbi d’ansia
Già nel lattante sono rinvenibili
manifestazioni di ansia come pianto, agitazione, grida.
-Disturbo d’ansia di separazione
compare in seguito alla separazione dalle
persone affettivamente più importanti, dalla casa o dagli
ambienti familiari. Appare generalmente verso gli 11-12 anni.
Le cause vengono identificate con la separazione che agisce in
soggetti molto immaturi e dipendenti…la più nota è la fobia
scolare. Sul piano clinico si tratta di soggetti coscienziosi,
compiacenti, conformisti, timorosi di perdere la madre, di
essere danneggiati fisicamente, che hanno sentimenti di colpa,
con paure morbose di malattie, di eventi luttuosi e del buio,
sono bisognosi di frequenti rassicurazioni. Possono non
esprimere, specie gli adolescenti, le ansie di separazione ma
queste escono attraverso la paura ad allontanarsi (bambini
ombra dell’adulto) e dal costante riferimento alla madre come
fonte di aiuto. Mostrano spesso difficoltà nel sonno. Terapia:
interventi psicologici associati talvolta a farmaci
ansiolitici.
-Disturbo da evitamento
nel quale il bambino si sottrae al
rapporto con persone estranee all’ambiente familiare. Va
distinto dalla fisiologica paura degli estranei di molti
bambini piccoli… per essere definito tale il disturbo deve
durare almeno 6 mesi e avere un rilievo sul piano sociale.
Terapia: interventi psicologici associati talvolta a farmaci
ansiolitici.
-Disturbo iperansioso
caratterizzato da un ansia eccessiva
generalizzata che da almeno 6 mesi pervade la maggior parte
delle attività quotidiane. Sono soggetti perfezionisti, con
idee di inadeguatezza e di sfiducia nelle proprie capacità,
che cercano di adeguarsi alle alte aspettative dei genitori e
mostrano spesso tratti ossessivi. Le cause di questo disturbo
non sono conosciute, ma si è visto che ha maggior incidenza in
alcune famiglie e quando la madre presenta caratteristiche
analoghe al piccolo paziente. Terapia: psicoterapia basata
sull’insight e ansiolitici.
-I disturbi dell’attenzione e del
comportamento
-Il disturbo dell’attenzione (con o senza
iperattività)
E’ caratterizzato per il difetto
dell’attenzione, la compulsività, la labilità emotiva, i
disturbi mnemonici secondari al deficit attentivo.
Compare nel 4^ anno di vita anche se
generalm. viene diagnosticato in età scolare.
Eziologia: fattori neurobiologici,
psicosociali, maturativi, ereditari e la presenza di un minimo
danno cerebrale.
E’ possibile che tale disturbo si risolva
tra i 12 e i 20 anni, ma anche si prolunghi per tutta la vita.
Terapia: interventi psicosociali e
farmaci anfetaminici e Tofranil.
-Il disturbo della condotta
Consiste nel mettere in atto (da almeno 6
mesi) comportamenti ripetitivi e persistenti che violano i
diritti degli altri e le norme sociali… La persona agisce
senza preoccuparsi delle conseguenze delle proprie azioni.
Eziologia: si dimostra più frequente
nelle classi socioeconomiche più basse, nelle famiglie
caotiche e conflittuali, dove ci sono modelli familiari
afflitti ad es. da alcolismo e personalità antisociale,
ereditarietà…
Gli elementi più costanti sono:
aggressività ostilità violenza egocentrismo mancanza di
inibizioni sessuali inaffidabilità
-I tipi aggressivi-solitari
sono soggetti egocentrici, privi di
inibizioni, violenti, crudeli, provocatori, bugiardi, con
atteggiamenti di sfida verso tutti; non si legano ai coetanei,
ma piuttosto a un adulto; è frequente l’uso di tossici e
droghe. In famiglia sono considerati “bambini cattivi”e
vengono spesso puniti (rinforzando così il loro
comportamento).
In genere le condizioni familiari sono
negative e così pure la prognosi.
Per ottenere risultati è necessario
intervenire precocemente con l’aiuto dei familiari (riducendo
prima di tutto l’ostilità e la tensione che facilmente si
riversa sul terapeuta)… Certe volte è necessario allontanare
il minore dalla famiglia.
Il quadro risulta più facile se il
comportamento dissociale emerge nel gruppo e non anche in
famiglia; chi li compie ha la primaria necessità di rimanere
nel gruppo. Specialmente in questi casi la dissocialità può
scomparire di fronte a diverse circostanze (successi atletici,
legami eterosessuali, guai con la legge).
Purtroppo in genere la dissocialità
continua per tutta la vita soprattutto se il soggetto è calato
in una situazione familiare negativa.
-Il disturbo oppositivo-provocatorio
E’ caratterizzato da comportamenti
negativi e di sfida, spesso diretto verso genitori e
insegnanti. Generalmente si evidenzia verso gli 8 anni.
Eziologia: da tener presente che
l’affermazione di se o l’opposizione alle autorità FANNO PARTE
DI UNA RICERCA DELLA PROPRIA IDENTITA’ e tale fenomeno può
essere accentuato in alcuni bambini, senza però assumere
caratteristiche patologiche.
Questi soggetti sono pieni di
risentimento, litigano con gli adulti, rompono le regole e
disturbano volontariamente gli altri ed hanno, ovviamente, dei
rapporti interpersonali insoddisfacenti. Il rendimento
scolastico è scarso.
Qualche risultato può essere ottenuto con
la psicoterapia |