Disturbi dell'alimentazione
Poche altre attività umane sono
altrettanto ricche di elementi sociali, ideologici, religiosi,
emotivi. Da no dimenticare anche il ruolo drammatico che hanno
assunto e tutt’ora assumono le carestie alimentari e i
problemi che derivano dagli eccessi alimentari o dalle
alimentazioni scorrette.
-L’anoressia mentale
Condizione morbosa caratterizzata da una
grave riduzione dell’alimentazione (e non dell’appetito) che
può condurre a cachessia e a morte certa.
Ne sono colpite le donne in età giovanile
e raramente gli uomini. Sono soggetti con buon livello
intellettivo, di classe sociale media o superiore, scrupolose,
attive, perfezioniste, non accettano la sessualità, la
fisicità e il diventare adulte e hanno una bassa stima di loro
stesse. Le madri sarebbero fredde, dominanti, aggressive,
frustrate socialmente, preoccupate eccessivamente della salute
e dell’educazione dei figli; la figura del padre risulterebbe
insufficiente o di secondo piano rispetto alla madre. Nella
storia di queste pazienti è frequente un passato di modesta
obesità che segna l’inizio delle restrizioni alimentari. I
soggetti pur avendo appetito e pur essendo molto interessate
al cibo (possono essere anche brave cuoche) mangiano sempre
meno, evitano di mangiare in presenza di altri, riducono il
cibo in pezzetti minuti, lo nascondono in fazzoletti o in giro
per tutta la casa. Per ridurre il loro peso ricorrono al
vomito autoprovocato, negano il problema della loro condotta
alimentare e il loro disturbo fa sì che si vedano grasse anche
quando sono magrissime da far paura. Qualunque aumento di
peso, anche modesto, viene avvertito come minaccioso e causa
ansia, depressione e comportamenti impulsivi. Gravi i sintomi
fisici: tipica è l’amenorrea, che nel 50% dei casi precede il
grave dimagrimento, e comunque tutti gli organi soffrono.
Il decorso è vario: il 30% guarisce senza
bisogno di particolari cure Il 30% si stabilisce in una
condizione poco soddisfacente Il 30% migliora ma va incontro a
recidive Il 10% ha un esito letale in condizioni di cachessia.
Sono possibili numerosi interventi terapeutici:
biologici (psicofarmaci antidepressivi in
particolare quelli più attivi sulla serotonina, insulina,
ormoni)
psicologici (terapie psicodinamiche,
comportamentali, sistemiche, individuali, familiari).
In alcuni casi può essere utile
l’allontanamento dalla famiglia con un ricovero in un ambiente
dove si procede a un computo accurato delle calorie, a un
controllo perché le pazienti non vomitino, e all’integrazione
della dieta con sostanze essenziali.
-La bulimia
Disturbo caratterizzato dall’ingestione
in breve tempo di grandi quantità di cibo e comportamenti di
“compenso” come l’induzione di vomito, l’uso di lassativi,
l’attività fisica intensa (può far parte anche di altri
disturbi dell’alimentazione come l’anoressia e l’obesità).
Sarebbe 10 volte più frequente nelle
donne e inizia in età giovanile… Ci sono legami con la
depressione. Le crisi hanno frequenza variabile e inizio
brusco. Sono preferiti i cibi morbidi e dolci. Le crisi sono
scatenate da sentimenti di solitudine o dall’ansia e sono
seguite da vergogna, colpa, depressione, dolori addominali.
Nei periodi intervallari sono frequenti
il disadattamento, la labilità emotiva, i comportamenti
miranti a far perdere peso.
Il disturbo dura diversi anni quando non
tende alla cronicità.
Terapia: Prozac, Tofranil o psicoterapie.
-Ortoressia
-Obesità
Può essere diagnostica di fronte a un
peso che supera del 20% quello previsto dalle tabelle
ponderali di uso comune. Anche se ci sono obesi senza
difficoltà psicologiche di solito si ha un soggetto con
aspetti narcisistici, con tendenza ipocondriaca con
depressione, difficoltà nei rapporti interpersonali, nel
lavoro, nella sessualità, timidezza, passività, alterazione
dell’immagine corporea.
I disturbi sono spesso mascherati dietro
una facciata di esuberanza e giovanilità.
Per la genesi del disturbo sono stati
invocati fattori genetici endocrini, biochimici, farmacologici,
psicosociali.
Terapia: sono numerose… diete, farmaci
che riducono l’appetito o l’assorbimento dei grassi,
interventi chirurgici sull’intestino, … ma è necessario tener
presenti le possibili conseguenze negative di tutto ciò. Varie
forme di psicoterapia sono state utilizzate per rendere più
sicuri i risultati delle diete, per attenuare le sofferenze,
per diminuire il rischio delle ricadute |