Confermare che A-C è il problema
Il terapista comunica al paziente la propria ricostruzione
della connessione A-C in una parafrasi o usando le parole del
paziente stesso, ad esempio “Lei ha detto che si sente
depresso ( C), e che è molto giù ( C), perché ha litigato con
il suo partner (A)”; il terapista controlla e verifica che
questo A-C è ciò di cui il paziente è veramente preoccupato o
che lo disturba, ad esempio, con “è questo il problema che La
riguarda maggiormente in questo momento?”. Il terapista deve
essere molto attento a non sottostimare la forza della
connessione A-C; i pazienti realmente si sentono “in preda”
agli A in una forte attivazione emotiva, e si sentono
sopraffatti dagli eventi. Essi si sentono sopraffatti dagli
episodi e dalle esperienze, e credono di non avere più il
controllo di tali elementi. Vari ricercatori hanno trovato, in
un vasto numero di situazioni, che i pazienti rispondono a ciò
che viene definito “stimolo biologicamente predisposto”, cioè
a pericoli, minacce, di tipo sociale o fisico, che innescano
meccanismi predisposti evolutivamente e che hanno una forte
scopo per la sopravvivenza, come lotta, fuga, blocco,
congelamento, subordinazione.
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