Compilazione di una scheda
o un diario
Molto
spesso, il terapista chiede al paziente di porre la propria
attenzione su specifici comportamenti, sia sintomi clinici sia
azioni o pensieri neutrali; questa attività di osservazione è
una parte importante della terapia cognitiva in quanto mira
sia alla
raccolta di dati empirici sia cerca di modificare
l’atteggiamento del paziente che frequentemente è rigidamente
bloccato in una posizione pregiudiziale (top-down) riguardo ai
propri malesseri e problemi. Il compito di raccogliere dei
dati è, anche di per sé, benefico in quanto introduce un
elemento di operatività che alcune volte è assente nella
situazione problematica del paziente; si dice spesso che lo
stesso monitorare la depressione la diminuisce: ciò, se pur
esagerato, è in parte giusto, in quanto il soggetto inizia a
differenziare la propria situazione, anche solo relativa al
sintomo-bersaglio, da una valutazione assolutistica, globalizzata, generalizzata, dicotomica, egli tende verso una
valutazione più moderata, differenziata, articolata, graduata.
Le schede di
auto-monitoraggio possono essere autocostruite insieme al
paziente, e calibrate sullo specifico compito; alcune schede
possono contenere due colonne, una per le date di ciascuna
osservazione, l’altra per il tipo di dato. Il dato raccolto
può essere un punteggio di intensità di quel sintomo o di
quella emozione, oppure può essere un punteggio medio di una
giornata, o può essere un punteggio relativo alla frequenza di
un comportamento. La scheda può avere più colonne, ciascuna
per una informazione diversa che è utile raccogliere: ad
esempio, data, situazione, intensità del sintomo, intervento
del paziente, nuova intensità del sintomo.
La tipologia
delle schede è varia, e viene modificata dai diversi autori in
riferimento allo specifico obiettivo. E’ importante tenere
presente che la scheda è uno strumento operativo indirizzato
alla raccolta di informazioni e quindi sono le informazioni
che devono essere l’obiettivo non la mera compilazione di una
qualsiasi scheda.
Anche i
diari sono utili se concepiti come resoconti del paziente in
risposta a specifici stimoli o situazioni concordate con il
terapista. Spesso, inizialmente, il paziente produce resoconti
non pertinenti a situazioni concordate o dove non è facile
capire il nesso tra un A ed un C, o tra un B ed un C (nel
modello ABC). Ciò deve essere un segnale per il terapista il
quale deve ridiscutere con il paziente le modalità di raccolta
delle informazioni al fine di accordarsi su obiettivi
specifici e su situazioni mirate utili per il lavoro
psicoterapeutico (non tutta la vita del paziente è utile, né
tutte le sue osservazioni casuali, né tantomeno le lunghe
descrizioni di qualche situazione, sebbene tutto questo sia
sempre e comunque interessante e prezioso ad altri livelli).
Le schede,
inoltre, sono parte integrante di interventi di modificazione
di processi cognitivi e di ristrutturazione.
Uno degli
aspetti più evidenti del carattere cognitivo del monitoraggio
e uso delle schede è quello relativo alla compilazione delle
attività piacevoli. Il soggetto descrive l’andamento di
attività piacevoli nella giornata, la frequenza di esse, e il
grado di piacevolezza. Questo compito non ha soltanto, come è
evidente, un valore di raccolta
di informazioni ma la stessa
raccolta di tali informazioni, l’essere cioè “sotto
osservazione”, tende a sviluppare tali attività ed a elevare
il grado di piacevolezza. Tale effetto si spiega perché il
soggetto una volta centrato il focus su tali attività le nota
maggiormente, e notandole le discrimina in rapporto ad altre
attività della giornata; egli quindi articola e discrimina in
modo più adeguato le proprie azioni e le proprie valutazioni
sulle attività che intraprende.
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