B di base derivano dalla storia di vita del soggetto
Abbiamo già esaminato come il significato personale che
l’individuo attribuisce agli aventi determina il proprio stato
emotivo, e più in particolare se egli sarà emotivamente
disturbato; inoltre, il proprio funzionamento mentale e le
specifiche attività cognitive (inferenze, valutazioni, errori
cognitivi, ...) stabiliscono un collegamento privilegiato tra
le attività mentali del soggetto e specifici comportamenti o
specifiche emozioni, in stretta relazione con gli scopi
importanti che il soggetto crede in pericolo o comunque in
discussione.
Potremmo chiederci, ora, perché determinate persone sono più
sensibili a certi determinati problemi o a certe supposte
minacce, tematicamente rilevanti? Una risposa chiara non è
oggi pienamente disponibile in quanto l’oggetto scientifico è
troppo vago e vi sono ancora dati poco chiari. Una risposta
parziale è comunque ben formulabile. Determinate persone sono
più sensibili alla invalidazione o alla minaccia di certi
scopi o certi temi perché hanno sperimentato durante la loro
vita episodi significativi attinenti a quegli scopi o a quei
temi, e riguardo ad essi hanno costruito delle loro teorie o
spiegazioni personali secondo le quali essi credono di essere
vulnerabili a certe specifiche cose o credono di essere
incapaci a risolvere certi determinati problemi.
Molti autori evidenziano come le prime esperienze
dell’individuo sono determinanti per lo sviluppo di una
vulnerabilità per certi aspetti della vita.
Le prime esperienze possono sia facilitare lo sviluppo
psicologico in una direzione rispetto ad un’altra, ad esempio
nelle esperienze dell’accudimento (attaccamento ansioso
evitante, resistente, disorganizzato, normale), ma anche nella
costruzione di una identità personale. Il soggetto
gradualmente costruisce una teoria su chi è egli stesso,
collegando dati ed esperienze seguendo spesso il criterio
della coerenza (“questo fatto è coerente con chi so di
essere”).
Alcuni autori hanno identificato dimensioni riguardanti la
costruzione dell’idea di sé indicando alcuni fattori; Beck ad
esempio definisce due dimensioni motivazionali: Motivazione
verso le relazioni, in cui il soggetto costruisce sempre più
relazioni mature e soddisfacenti; e Motivazione verso
l’auto-definizione, in cui il soggetto sviluppa, consolida,
differenzia, ed integra una sempre più positiva ed adattata
idea di sé. Altri ricercatori hanno posto l’accento su alcuni
scopi fondamentali del soggetto: Scopi relativi all’Immagine
(avere una buona immagine), che sono costituiti dagli scopi
dell’Autostima (avere una buona rappresentazione di sé per sé
stessi) e dagli scopi dell’Immagine Sociale (avere una
rappresentazione positiva per gli altri); scopi relativi alle
relazioni (avere relazioni positive). Tali scopi costituiscono
le motivazioni personali e sociali più fondamentali per il
soggetto ed emergono dall’analisi delle assunzioni
disfunzionali nel B (Castelfranchi, 1989; Miceli,
Castelfranchi, 1995; Dell’Erba, 1993).
Le relazioni tra qualità della cura e dell’accudimento e lo
sviluppo di stili di personalità del soggetto sono state
ampiamente dimostrate, e possono costituire un fattore di
vulnerabilità personale alla costruzione di schemi di base
tematici, i quali sono sensibili ad eventi simili o a
valutazioni coerenti e collegate dal soggetto a quello schema
particolare (Reda, 1996; Lorenzini, Sassaroli, 1995; Beck,
Freeman, 1990). Gli schemi personali sono la forma più
nucleare e di base delle assunzioni disfunzionali. Il soggetto
sviluppa e costruisce il proprio stile personale per
proteggere la propria vulnerabilità, e anche perché a causa
dei propri assunti che mantiene coerenti e saldi trova il
proprio modo di fronteggiare le difficoltà e risolvere i
problemi quotidiani in un suo proprio modo che nel corso del
tempo può diventare sempre più stabile ed automatico (si
sviluppano delle routine alle quali il soggetto non presta più
attenzione ma le usa in modo automatico e ripetitivo).
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