Autoistruzioni
Solitamente, ciascuno di noi parla con sè stesso. Questo vuol
dire che abbiamo la naturale dote di dare a noi stessi ordini,
direttive, istruzioni, o altre informazioni necessarie a
risolvere i vari problemi che si presentano. Vari autori hanno
sviluppato modelli per comprendere le auto-istruzioni; ad
esempio, il soggetto inizia il processo di istruzione partendo
da verbalizzazioni ad alta voce di istruzioni efficaci, per
poi passare a verbalizzazioni subvocali, per poi giungere a
auto-istruzioni verbalizzate in mente (e infine “istruzioni”
routinarie senza il proprio carattere verbale). Questo
processo è utile sia nell’adulto che con soggetti in età
evolutiva. Una applicazione tipica è nelle istruzioni mirate
all’auto-controllo in problemi di comportamento impulsivo. I
soggetti praticano le istruzioni nei vari passi graduali, fino
allo stadio delle autoistruzioni “cognitive”.
Possono applicarsi anche istruzioni contrarie o
“contro-istruzioni”; in questo caso le istruzioni non hanno il
valore di istruzioni di comportamenti di efficacia ma svolgono
più il ruolo di pensieri distraenti, di strategie di
“decompressione”, di modalità di ristrutturazione dello
stimolo o dell’evento scatenante.
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