Ristrutturazione
cognitiva
Il paziente deve essere preparato ed allenato a riconoscere i
propri pensieri automatici e spontanei, i quali possono essere
molto rapidi ed istantanei e possono non lasciare più traccia
in memoria; l’allenamento nel percepire i propri pensieri ed i
propri atteggiamenti è molto importante in quanto attraverso
questa procedura il paziente si rende consapevole di come
effettivamente modifica il proprio stato emotivo Beck, Emery,
1985; Clark, 1986, 1991; Mancini, 1996; Freeman et al, 1990).
Da tale abilità deriva anche il successivo lavoro di revisione
e modificazione delle assunzioni generali del paziente. Il
lavoro di riconoscimento e ricostruzione degli schemi
disfunzionali (solitamente, gli schemi più usuali e frequenti
che vengono elaborati da questi pazienti fanno riferimento a
tipologie come "vulnerabilità", "fragilità", "mancanza di
autonomia", "oppressione", "incapacità di controllo
personale", "insopportazione - scarsa tolleranza alla
frustrazione", "perfezionismo", "elevati standards") è la
chiave del lavoro a più lungo termine, ed in genere la parte
più impegnativa del trattamento. Il paziente prende coscienza
di come ha costruito certi settori della propria esperienza e
delle spiegazioni e teorie personali che utilizza per darsi un
significato. Attraverso il lavoro sulle assunzioni
disfunzionali il paziente modifica i propri schemi a favore di
spiegazioni alternative più realistiche, adattive e concrete.Un
ruolo di rilievo è costituito dal lavoro con i familiari (o
con un familiare) attraverso il quale è possibile non solo
ottenere la collaborazione per eventuali coinvolgimenti
diretti in procedure di esposizione dal vivo, come esposto più
sopra, ma è utile anche avere una collaborazione nella
gestione delle relazioni in casa. Molto spesso il paziente può
essere molto richiedente e ricercare insistentemente un
sostegno nelle pratiche della propria vita quotidiana, ma nel
fare ciò può assumere un atteggiamento "doveristico" e
prescrittivo nei confronti del partner o di altri familiari;
in tali casi è sempre utile informare e preparare i familiari
di questo tipo di caratteristiche "tipiche" della sindrome
psicologica senza che a questo debba seguire una reazione
punitiva o svalutativa. I familiari vengono preparati a essere
supporti validi, affidabili, e positivi mediante colloqui
dedicati a loro ma con la presenza del paziente.
L’atteggiamento generale è psico-educativo, con una
particolare attenzione alla evidenziazione di distorsioni
cognitive ed atteggiamenti disfunzionali anche nei familiari,
che vanno segnalati delicatamente e con tatto ma pure con
decisione ed atteggiamento professionale.Alcune tra le tipiche
reazioni della famiglia al paziente ansioso (in particolare al
paziente con attacchi di panico e agorafobia) sono le
seguenti:
- svalutazione delle lamentele del paziente, anche con
interazioni comunicative caratterizzate da scherno, sarcasmo,
messa in ridicolo; la minimizzazione dei problemi del paziente
è un problema che spesso si aggiunge ai problemi principali e
primari della sindrome psicologica;
- reazioni punitive in risposta alla insistenza ed
all’atteggiamento irritato e prescrittivo del paziente nel
volere essere aiutato ("devi aiutarmi", "è tuo dovere
accompagnarmi", ...);
- trascuratezza ed allontanamento dovuti alla difficoltà della
relazione affettiva ("non sei più come prima", "vuoi sempre
l’attenzione per te", "i tuoi problemi sono sempre più
importanti ed urgenti dei miei", ...).
Un altro aspetto importante è quello delle procedure da
attuare tra una seduta e l’altra, i cosiddetti "compiti per
casa" o homeworks. E’ utile insistere sulla necessità di
attuare i compiti in quanto molto spesso il lavoro progettato
ha un senso preciso ed il suo risultato è necessario per la
continuità del trattamento. Gli specifici compiti sono
progettati in collaborazione con il paziente e consistono
frequentemente in diari di registrazione di
elementi-bersaglio, o diari di automonitoraggio, o in schede
di analisi delle cognizioni associate agli eventi contingenti.
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