esempi clinici
Paz. n. 11
F., 39 anni, impiegata statale, coniugata, con una figlia di 2
anni, ha manifestato attacchi di panico con agorafobia, ansia
sociale, somatizzazioni, e depressione di grado lieve, per un
periodo di 7 anni. Durante questi anni si è rivolta a 3
psichiatri assumendo la terapia farmacologica prescrittale,
differente nei 3 diversi casi (1: antidepressivi triciclici,
benzodiazedine; 2: benzodiazepine; 3: benzodiazepine,
fluoxetina), ed a 2 psicologi con i quali ha svolto
rispettivamente 3 mesi di colloqui di psicoterapia analitica,
ed 1 anno e 4 mesi di psicoterapia ad orientamento
esistenziale. Gli attacchi di panico sono sempre stati
presenti nella sintomatologia della paziente, come pure gli
evitamenti di tipo agorafobico. La riduzione delle
performances e della qualità della vita sono state tali da far
abbandonare alcuni comportamenti ed abilità cruciali per i
suoi standards di vita (guida dell’auto, fare la spesa, andare
da sola al lavoro, ...).La paziente ha chiesto di terminare
gli incontri dopo circa 5 mesi di psicoterapia in quanto era
soddisfatta degli obiettivi raggiunti.
Paz. n. 5
P., 32 anni, coniugata, diplomata, disoccupata, ha manifestato
la sintomatologia di attacchi di panico con agorafobia e
somatizzazioni per un periodo di 5 anni, rivolgendosi in
questo periodo a 2 psichiatri, seguendo le prescrizioni
psicofarmacologiche (antidepressivi triciclici, antidepressivi
SSRI, benzodiazepine). Quando la paziente ha iniziato la
psicoterapia aveva interrotto tutte le attività ricreative
all’aria aperta, e le normali attività domestiche. Gli
incontri psicoterapici sono durati per 7 mesi circa.
Paz. n. 22
M, 25 anni, studentessa universitaria, nubile, ha manifestato
la sintomatologia ansiosa per 4 anni, consultando in questo
periodo 1 psichiatra con il quale ha praticato terapia
comportamentale (desensibilizzazione immaginativa) e
benzodiazepine, ed uno psicologo con il quale ha praticato una
terapia con il Biofeedback (EMG); ha abbandonato entrambi dopo
circa 4-5 mesi di frequenza. Le consizioni della paziente al
momento di inizio erano particolarmente drammatiche in quanto
a causa degli attacchi di panico si recava spesso al Pronto
Soccorso per un intervento di urgenza, qualcuno proseguito con
il ricovero presso vari reparti (Psichiatria, Cardiologia,
Medicina Generale, Neurologia). Ha effettuato gli incontri per
circa 6 mesi, durante i quali ha mantenuto i risultati
positivi dei primi mesi ed ha approfondito alcuni suoi temi
disunzionali (Ansia Sociale).
Paz. n. 3
S, impiegato di 41 anni, coniugato, ha manifestato una
sintomatologia di attacchi di panico con evitamenti
agorafobici e rilevanti somatizzazioni, insieme a lievi
sintomi di depersonalizzazione, derealizzazione e alterazioni
della percezione. La condizione psicopatologica è rimasta
stabile per circa 10 anni durante i quali il paziente si è
rivolto a 3 psichiatri, seguendo le relative prescrizioni
farmacologiche (antidepressivi triciclici, benzodiazepine,
aloperidolo, levomepromazina). Il paziente si è rivolto anche
ad uno psicologo per una psicoterapia ad orientamento
analitico ed un training di rilassamento (T.A.). Dato il
perdurare della sintomatologia acuta, il paziente ha
interrotto sempre tutti i vari tentativi terapeutici. Nel
periodo di inizio del trattamento, il paziente assumeva una
modica quantità di benzodiazepine che poi ha deciso di
interrompere dopo circa 15 giorni. Il trattamento è durato
circa 18 mesi, con una focalizzazione, nella seconda parte,
sui suoi aspetti personologici (tratti borderline ed
istrionici).
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