Descrizione:
Il testo narra, attraverso il legame tra congetture razionali,
modelli teorici psicoanalitici, congetture immaginative e
osservazioni partecipi, le escursioni tra normalità e
patologia nei primi tre anni di vita, a partire da una matrice
relazionale e transgenerazionale. Nella Prefazione Fiorella
Monti, curatrice "narrante" e autrice di due saggi, così apre
questo testo, il cui titolo rievoca l'affermazione di Donald
Wood Winnicott (1986): "se si osserva un bambino di due anni,
si può facilmente vedere la coesistenza di viaggi, escursioni
e ritorni che comportano poco rischio, ed escursioni e ritorni
significativi, perché se falliscono alterano l'intera vita del
bambino".
Il percorso del libro si snoda dal luogo delle origini...ai
dinlorni: la nascita prematura, che segnala la vulnerabilità e
la complessità del funzionamento mentale precoce e che
obbliga, eticamente e scientificamente, a un lavoro di rete,
attento e rispettoso, capillare e continuo; I'evento
gravidanzanascita, dal bambino immaginario che prende forma,
pur nella turbolenza emotiva delle angosce genetiche e delle
ansie di ruolo, o che rimane informe e impensabile a causa di
perturbazioni eccessive, al bambino reale che cresce in "un
giardino vivente" o rimane imprigionato in relazioni
parassitarie e sterili; I'avventura col mondo, dove una buona
qualità relazionale precoce permette la fiduciosa
partecipazione alla comprensione e all'esperienza del mondo,
mentre un inizio della "favola" dello sviluppo con
danneggiamenti o mancanze troppo vistose fanno smarrire "la
via del bosco".
La parte iniziale di questa lunga narrazione a più voci
costituisce un prologo: Escursioni tra normalità e patologia.
Qui Fiorella Monti, in Percorsi, anticipa i temi attraverso
riflessioni teoriche (che rimandano al modello psicoanalitico
relazionale postkleiniano) e apres-coup narrativi di
osservazioni cliniche o trattamenti terapeutici. Il vertice di
osservazione è costituito da un continuo "viaggio di andata e
ritorno", da dentro a fuori e da fuori a dentro: dalle
rappresentazioni in gravidanza, anche attraverso l'ecografia,
al trauma della nascita prematura o del parto distocico,
all'osservazione del bambino in ostetricia, in famiglia, in
asilo nido; dal gioco delle idee nella mente della madre e del
padre al gioco del bambino. Il percorso continua sui "Luoghi
di origine": attraverso la storia, I'etimologia, la
psicoanalisi, il racconto clinico si torna all'origine dei
pensieri; ricerca interminabile, perturbante, ma
indispensabile per "entrare nel codice della vita".
Dall'antico racconto delle origini il lettore viene condotto
alla "mitologia familiare", attraverso riflessioni teoriche e
cliniche rese più pregnanti dalla "coorientazione visiva"
verso stimoli pittorici. Vengono infine delineati, in modo
particolarmente puntuale, i segnali che si possono incontrare
una volta "inoltrati nel bosco": i soft signs, la cui
valutazione interroga lo specialista sul disturbo precoce
dello sviluppo, in quanto difesa da danneggiamenti o mancanze
oppure segnale di una storia mai partita.
Entrando nel vivo della narrazione, la prima parte del volume
riguarda la Nascita prematura: le trame sono raccontate da
neonatologi, infermieri dei reparti di Terapia Intensiva
Neonatale, fisioterapiste, psicoterapeuti. E un coro vasto,
poiché deve raccontare un evento catastrofico, un'orribile
esposizione al mondo prima del tempo e la possibilità di
trasformare la sofferenza in relazione, attraverso il sostegno
ai genitori e al personale. Il filo narrativo che tiene unita
la complessa trama di questa prima parte è costituito
dall'osservazione (secondo la metodologia di Esther Bick), che
permette innanzitutto di poter guardare, e quindi riconoscere,
la sofferenza del bambino, il dolore mentale dei genitori e
degli operatori. Viene bene evidenziato come l'osservazione
diretta del piccolo può essere, per i genitori e per il
personale ospedaliero, un modo per evitare che l'angoscia
raggiunga livelli sproporzionati, favorendo, in questo senso,
i processi di integrazione e di individuazione del bambino.
Nella seconda parte del libro, Dal bambino immaginario al
bambino reale, ci si addentra nel luogo delle relazioni
precoci a partire dai fantasmi transgenerazionali che, come le
fate attorno alla culla della principessa, possono portare
doni, ma anche sciagure (identificazioni proiettive
patologiche).
Così vengono esplicitate, attraverso storie, la polivalenza e
la polifonia del dialogo madre-bambino e i "bastioni che
dividono e cristallizzano il campo relazionale": il timing o
l'impasse. Viene sottolineata l'importanza delle sequenze
comunicative madre/bambino attraverso gli scambi ritualizzati
e i feedback sincronici dei primi giorni di vita, che
costituiscono un leitmotiv per il processo di costruzione
dell'identità e della capacità di entrare in relazione.
Particolare attenzione è rivolta al lavoro della maternità
psichica, raccontata attraverso osservazioni cliniche nei
reparti di ostetricia, dove è possibile divenire osservatori
partecipi dell'alba della mente. Quando una grave malattia
minaccia la vita del bambino, il carico emotivo può superare
la capacità della mente materna di contenere e trasformare.
Viene evidenziato come, in tale contesto, la presenza
dell'osservatore può "scongelare" lo scambio emotivo tra madre
e bambino: il dolore condiviso diviene in tal modo più
accessibile e lascia spazio per cogliere le risorse del
bambino. Il percorso della complessità e profondità di tale
recettività empatica emerge in particolar modo nel lavoro
osservativo svolto in ambiente familiare su due gemelli nel
loro primo anno di vita. Dalla nascita alle prime interazioni,
alla funzione alimentare, dall'iniziale processo di formazione
del simbolo agli sviluppi successivi, la storia narra la
connessione tra la qualità relazionale, gli eventi
significativi e l'apporto individuale attraverso lo sguardo
dell'osservatore, in quanto "terzo" che condivide e rispecchia
la fatica emotiva della madre nell'avere uno spazio mentale
"sufficiente e uguale" per tutti e due i figli.
La parte finale del libro, Sviluppo e patologia, si focalizza
sulle escursioni e i ritorni dei bambini alla scoperta del
mondo: il gioco/non gioco come indicatore segnaletico dei
percorsi evolutivi, adattivi o a rischio, nella quotidianità
del nido, della materna, nella stanza di terapia e i patterns
di attaccamento in età prescolare.
Viene evidenziata la distinzione tra "un buon gioco" e "un
cattivo gioco" in cui il bambino riesce ad attribuire al gioco
una funzione simbolica ed evolutiva, oppure lo trasforma in
qualcosa di ripetitivo e stereotipato. Nelle osservazioni di
gioco di bambini a rischio, si cercano connessioni tra le
esperienze relazionali precoci e le modalità di adattamento
alla scuola, mettendo in luce come, nonostante i disturbi
sensoriali, I'ambiente positivo possa far emergere curiosità e
opportunità di orientamento nello spazio e nel tempo. Altre
situazioni gravemente a rischio vengono raccontate attraverso
l'osservazione nella stanza di consultazione, al nido e in
famiglia: si delinea come la molteplicità dei setting
osservativi utilizzati permette di riconoscere alcuni indizi
che impediscono il processo evolutivo, ripercorrendo una trama
non leggibile altrimenti. Viene in tal modo sottolineata la
rilevanza del nido come "spazio-tempo osservativo", in cui
l'osservazione di momenti di gioco del bambino permette di
vedere sia gli aspetti di impasse che le aree di potenzialità
di sviluppo, costituendo una memoria trasmissibile e
condivisibile. Da un'angolatura complementare vengono infine
esplorate, attraverso una rigorosa e puntuale analisi delle
interazioni genitore/bambino, le correlazioni tra patterns di
attaccamento e modalità comportamentali di reazione e di
adattamento a situazioni naturali di stress.
La lettura intensa e ricca di suggestioni e spunti riflessivi
che questo volume offre, permette di lasciare posto alla
gestazione di pensieri, favorendone, con cura rigorosa e
devota, la terminabilità e creando le condizioni di
un'accoglienza stabile e continuativa: e allora sarà
possibile, come suggerisce la curatrice, evitare che i
pensieri si perdano in percorsi affannosi e confusi o si
rattrappiscano in un doloroso congelamento.
Elena Trombini
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