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EDIZIONI QUATTROVENTI

 

 

   

Titolo: - Itinerari di ascolto al nido
 

Autore: - Monti Fiorella, Luppi Barbara,

a cura di

 

Anno di pubblicazione: 2001

Pagine: - 152 pagine

 

Casa Editrice: -   Quattroventi   

 

Prezzo:   euro 15,00

 

 

Descrizione:

Il testo raccoglie contributi di psicologi, psicoterapeuti, pedagogisti sui segni che i bambini piccoli, al nido, inviano attraverso il gioco, il disegno, il movimento, segni che devono essere accolti in una rete, non per essere catturati in una classificazione, ma per essere protetti favorendo la crescita di questi "abbozzi di sviluppo e libertà".
Ciò che unisce i vari lavori, che si diramano da diversi vertici osservativi, è un modello di sviluppo interattivo, individuale e istituzionale: la tessitura finale è costituita dall'intreccio tra i percorsi della mente individuale e quelli dell'organizzazione collettiva, la famiglia, la scuola, la comunità. L'agenzia di accoglienza nido è uno "spazio-tempo" che può essere pensato come un grande laboratorio di produzione di cultura per l'infanzia e per gli adulti interessati (genitori, educatori, studiosi di molteplici campi dell'educazione), dove "la compagnia ludica" e "I'affetto" funzionano da cassa di risonanza per sviluppare e potenziare un'identità competente dei bambini, degli educatori e quindi della stessa istituzione educativa.
Cosa dà l'avvio a "questo metabolismo globale", a questo "processo plasmante reciproco"? E la qualità della relazione precoce, bambino-genitore, bambino-educatore, che caratterizza il dialogo e che è alla base del pensiero. Questo "campo" di interazioni affettive e mentali richiede una cura attenta, sensibile, questa "mutualità" necessita di una mente non troppo pre-occupata da accumuli non metabolizzati di informazioni e rituali didattici. In questo senso la metodologia dell'osservazione psicoanalitica, nello specifico quella dell'infant observation (di Esther Bick), introdotta, con le opportune modifiche, per la formazione degli operatori del nido, favorisce un percorso relazionale di recettività, di ascolto e di comunicazione: "capire, pensare, sentire".
Dell'osservazione, come strumento della propria competenza professionale, ne parla Agnes Szanto Feder in collaborazione con Emanuela Cocever (Osservazione: un approccio dinamico al benessere del bambino. La prospettiva di Emmi Pikler), indicando un intervento educativo incentrato sul passaggio, senza soluzione di continuità, fra il corporeo e lo psichico. Se le due metodologie osservative, quella di Bick e di Pikler, nascono e si sviluppano in contesti culturali e scientifici diversi, adottando percorsi a loro specifici, alcuni obiettivi sono comuni: I'organizzazione appropriata e pensata dell'ambiente che circonda il bambino, I'evitamento di insegnamenti formalizzati precoci e di una concezione della motricità frammentaria e meccanicistica richiamano la capacità mentale ed emotiva di vedere un insieme, facendo spazio nella mente a cogliere, riconoscere, ad accogliere i segnali del bambino.
Fra i segnali che il piccolo manda ci sono anche gli scarabocchi, le tracce grafiche, i disegni, in quanto non solo testimonianze di un processo, ma elementi costituenti lo sviluppo psichico. Il lavoro di Giulia Del Carlo Giannini, n disegno infantile e l'esperienza primaria, parte appunto dall'esperienza che il bambino fa alla nascita nel rapporto prima con il seno e poi con la madre, per comprendere meglio il significato delle rappresentazioni grafiche primitive, per passare poi ai significati del disegno infantile esemplificate attraverso due storie cliniche. Nelle rappresentazioni grafiche dei bambini al nido ci troviamo di fronte a segni che stanno a cavallo tra la sensazione, la percezione e l'inizio di rappresentazione di un'esperienza che è al confine tra il corporeo e lo psichico e ciò, di nuovo, segnala la complessità di questa fase della vita.
Occorre pertanto dare e restituire un possibile senso ai "segni" non solo dei bambini, ma anche a quelli degli operatori e dei genitori, coi quali costituire "un'alleanza di lavoro", dal momento dell'inserimento al nido fino al passaggio alla scuola materna, per ampliare nei bambini e negli adulti le possibilità di "fidarsi e affidarsi". Fabiola Crudeli, nello scritto 1I colloquio con i genitori, sottolinea come il primo momento di conoscenza reciproca tra nido e famiglia sia un tempo indispensabile per creare una fiducia di base che consenta all'educatrice di costruire, attraverso una comunicazione diretta, un'alleanza col genitore che gli affida il bambino.
Il percorso dell'inserimento, "gradualità-continuità-stabilità-prevedibilità" viene descritto da Licia Vasta, in L'inserimento al nido, attraverso la condivisione dei problemi, dei vissuti e delle attese dei genitori. I colloqui, le assemblee, le osservazioni durante l'inserimento, gli incontri finali, sono tappe di un buon ambientamento per costruire un rapporto di fiducia tra gli adulti e tra questi e i bambini. I processi psicoaffettivi sottesi all'inserimento, cura individualizzata del bambino e rapporto di fiducia con genitori, sono ripresi da Rosa Agosta, in Progetto inserimento al nido: i movimenti di affidamento/fiducia, che devono attivarsi nel bambino non sorgono automaticamente in lui, ma si costituiscono nel tempo, sostenuti e facilitati da determinate modalità di intervento/relazione. La continuità e discontinuità, binomio inscindibile dello sviluppo, tende a punti di rottura nei momenti critici e quindi in tutti i cambiamenti complessi come l'ingresso al nido e poi alla materna. Ramona Fava, in 1I passaggio dal nido alla scuola materna, evidenzia le possibili rappresentazioni di tale cambiamento nelle menti dei bambini e delle educatrici attraverso riflessioni teoriche e vignette osservative, sottolineando come il passaggio necessiti "del filo della memoria", il cosiddetto raccordo educativo, per ritrovare, come nelle favole, la strada di casa.
Il libro conclude il suo percorso con il lavoro n collettivo come gruppo di lavoro di Barbara Luppi in cui emerge che la tessitura ha bisogno di più mani. Il gruppo, che potrebbe divenire una "pressione" devitalizzante la crescita, portando o a un'anestesia emotiva ed operativa o a una conflittualità distruttiva, si configura invece come un luogo in cui far convergere le risorse, calamitando le parti vitali dei singoli educatori, per portare avanti un obiettivo comune: la crescita degli "abbozzi di sviluppo e libertà" dei bambini. Il testo si configura pertanto come uno strumento particolarmente utile e stimolante per gli "addetti ai lavori", ma anche per tutti coloro che hanno bambini "attorno e dentro di sé".
Giancarlo Trombini

 

 

 

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