Descrizione:
Gli stupefacenti sono tanti, e molto
diversi tra loro. I tossicodipendenti sono molti di più e,
spesso, ancor più diversi l’uno dall’altro. Alcuni terapeuti
si ostinano ad applicare con tutti sempre le stesse terapie
ritenute le uniche possibili, le uniche giuste, le uniche
adatte a tutti. Farmaci per tutti, tecniche comportamentali,
psicanalisi, terapie di gruppo, riabilitazione in comunità per
tutti. Le inevitabili ricadute o inefficienze sono attribuite
alle resistenze del paziente, alla comorbilità, alle
contraddizioni della società, chiudendo gli occhi di fronte a
ogni eventuale analisi di follow-up.
Appropriarsi di eventuali successi considerandoli risultato
esclusivo della propria scienza e abilità, classificare gli
insuccessi e le ricadute come l’effetto di variabili esterne è
una scorciatoia per l’onnipotenza. Ma in questo modo i
tossicodipendenti continuano a ricadere, e qualche volta a
morire.
Leggere, meditare ed eventualmente applicare qualcuno dei
suggerimenti di un libro dichiaratamente interdisciplinare
come questo non è facile. Richiede di mettere in discussione
le proprie rigide convinzioni, di volgere uno sguardo nel
giardino di altri con cui non sempre abbiamo saputo, o potuto,
aver rapporti. Diversi approcci, strategie e tecniche
terapeutiche utili nel trattamento delle tossicodipendenze
sono proposti, analizzati e confrontati. Oltre all’indubbio
interesse culturale, questa esposizione e analisi comparata
facilita la progettazione di interventi più elastici, efficaci
ed efficienti.
Riuscire ad apprezzare il contributo di scuole diverse da
quella in cui ci siamo formati, oltre ad arricchirci
culturalmente e tecnicamente, può aiutare a contrastare
l’insidia sempre presente per chi lavora con pazienti tanto
difficili: il burn-out degli operatori.
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