Descrizione:
Omicidi efferati, violenze sessuali,
baby gang: scenari inquietanti, il dilagare di una
aggressività incontrollata, l’incapacità di tollerare le
frustrazioni, di mentalizzare ed elaborare i fisiologici
conflitti adolescenziali in una mediazione che consenta la
crescita.
Su ciascun episodio che giunge a configurare un reato ecco poi
l’inevitabile amplificazione mediatica che semplifica,
banalizza, riduce e propone soluzioni immediate; prima fra
tutte, la sanzione, con le sue varianti: l’inasprimento delle
pene, l’abbassamento dell’età per l’imputabilità. Ma colui che
intenda professionalmente accostarsi alla sfida che la
violenza giovanile pone al mondo degli adulti, non può
accettare un simile approccio: deve conoscere i presupposti
teorici dell’aggressività, le dinamiche nei gruppi,
l’incidenza dei quadri psicopatologici, l’influenza dei media
nel suscitare o innescare condotte violente, le potenzialità
di recupero insite anche nel sistema della giustizia penale
minorile.
Una sfida, dunque, ancor più importante e delicata quando si
evidenzi che, a dispetto del comune sentire, omicidi e, in
genere, crimini violenti compiuti da ragazzi, non sono
aumentati nel corso degli ultimi dieci anni.
Gli autori, entrambi testimoni in prima linea, si propongono
attraverso la narrazione di casi e la collaborazione di
importanti e accreditati ricercatori, di presentare il
fenomeno analizzandone origine, caratteristiche, predizione,
trattamento e recupero, in una sintesi ricca di spunti anche
critici: genetica e ambiente legano indissolubilmente i figli
ai loro padri.
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Indice
Autori
Presentazione
Prefazione
Ringraziamenti
1. Giovani e crimini violenti: una definizione del campo
2. L’aggressività nello sviluppo psicologico
3. La funzione del gruppo in adolescenza: dal gruppo dei pari
al gruppo violento
4. Violenza e psicopatologia in adolescenza
5. Medici legali, psichiatri e giovani autori di reato:
discussioni dalla storia
6. Le storie: Paolo e l’omicidio dei genitori
7. Le storie: Sandro, il gruppo delinquenziale e una rapina
finita in omicidio
8. Le storie: Giacomo e la violenza sessuale in famiglia
9. Prevenzione e trattamento dei comportamenti violenti in
adolescenza
10. Il rapporto tra media e violenza: mito o realtà?
11. Il ruolo dei servizi psico-socio-educativi nel trattamento
dei giovani responsabili di reati contro la persona
12. I delitti violenti nel circuito penale minorile
13. Il processo penale minorile: un fiore all’occhiello del
sistema giudiziario italiano
14. L’istituto della messa alla prova nei crimini violenti
15. I futuri scenari della giustizia penale minorile
Bibliografia
Indice dei nomi
Indice analitico
GLI AUTORI
Giovanni Ingrascì entra in
magistratura nel 1967, svolgendo le funzioni di giudice
presso il Tribunale per i Minorenni di Milano fino al 1976,
quando si trasferisce a Lipari come Pretore del Mandamento
occupandosi prevalentemente di reati ambientali. Rientra a
Milano nel 1986 dapprima come Sostituto Procuratore,
successivamente dal 1991 nell’attuale funzione di
Procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei
Minorenni. Collabora con istituzioni pubbliche e
associazioni no profit in qualità di docente in vari corsi
di formazione per avvocati e insegnanti sul diritto
minorile.
Massimo Picozzi ha iniziato la professione medica
occupando per alcuni anni il ruolo di dirigente medico in
strutture penitenziarie, per poi operare in Servizi
Psichiatrici di Diagnosi e Cura. Nel 1999 ha lasciato la
carriera ospedaliera per iniziare una collaborazione
scientifica con la Cattedra di Criminologia dell’Università
di Milano. Da oltre 15 anni svolge attività di consulente e
perito per procure e tribunali, valutando in sede
psichiatrico-forense i minori autori di omicidio, anche nei
casi di maggior risonanza presso l’opinione pubblica. È
docente di Criminologia presso la Facoltà di Giurisprudenza
dell’Università C. Cattaneo, LIUC di Castellanza (VA) e
collabora con l’Unità per l’Analisi del Crimine Violento (UACV)
della Direzione Centrale della Polizia Criminale.
È attualmente responsabile della Sezione di Psicologia
Investigativa e Psicopatologia delle Condotte Criminali
presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università degli
Studi di Parma
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