Che cosa può
rendere la sofferenza un'esperienza che insegna, oltre che
una "fisionomia della vita"? Se esiste un confine fra
responsabilità soggettiva e mera casualità e lì che deve
essere ricercata la risposta a un quesito che indaga
l'intimo del soggetto fino ad una verità che vuole essere
vissuta prima ancora che conosciuta