--- A questo punto dovremmo aver capito che:
1. I nostri stati d'animo, le nostre emozioni sono una
conseguenza dei nostri pensieri
2. Frequentemente distorciamo automaticamente la realtà dei
fatti attribuendo personali significati negativi
3. I pensieri automatici negativi vengono "costruiti" passando
da "filtri" personali di pensiero.
Tenendo ben in mente questo possiamo passare ad illustrare un
facile esercizio utile a tutti per rappresentare ed
individuare i pensieri che conseguono un nostro stato d'animo.
Stabiliamo che chiameremo
"A" la situazione in cui ci troviamo
"B" l'insieme di pensieri che abbiamo fatto in quella
situazione
"C" gli stati d'animo che proviamo*
* Considerato che molte persone trovano difficoltà a dare un
nome alle proprie emozioni, fornisco un breve elenco di alcune
possibili in modo da potersi riferire inizialmente almeno a
queste: Sorpresa, Imbarazzo, Gioia, Orgoglio, Disgusto, Paura,
Rabbia, Eccitazione, Senso di colpa, Terrore, Tristezza,
Panico, Allegria, Amore, Vergogna, Irritazione, Frustrazione,
Delusione, Umiliazione.
Per rendere alcune sfumature ai personali stati d'animo si
tenga presente che, per meglio rappresentarle, possono essere
indicate insieme più di una emozione. Per definire ancora più
accuratamente il proprio stato emotivo si può cercare di
indicare il grado dell'emozione rispetto ad una misura da 1 a
100. Ad esempio Il signor Brambilla dopo una discussione col
figlio può indicare di sentirsi: Rabbia + Delusione dove 40% è
rabbia, e 60% è Delusione. O, ancora, la signorina Bianchi
dopo un incontro romantico col fidanzato (ovviamente signor
Rossi) riferisce di sentirsi: Gioia + Allegria + Amore; dove
Gioia è 25%, Allegria è 30%, Amore è 45%.
Tra i fatti accaduti "A" e gli stati d'animo provati "C" ci
sono dei "B"... dei pensieri che il signor Brambilla e la
signorina Bianche fanno.
I pensieri sono “in relazione” con i fatti, gli stati d'animo
sono in relazione con i pensieri; tutto come una "diretta"
conseguenza.
A (cosa è successo) --------> B (cosa ho pensato) --------> C
(come mi sono sentito)
I pensieri automatici negativi e i "filtri" di cui abbiamo
parlato si nascondono nei "B".
Quando una persona si sente particolarmente "male" dovrebbe
cercare la causa del suo malessere nei "B"; sarebbe un errore
se la si riferisse semplicemente a quello che gli è successo.
Una volta riconosciuti i pensieri automatici negativi e i
filtri della coscienza dobbiamo adoperarci a trovare le prove
concrete che possono dare conferma alle nostre credenze (quali
prove ho per credere che i fatti stiano realmente così come io
credo? questa interpretazione è verosimile e logica?).
Fatto questo: cercare le alternative possibili a quelle nostre
stesse credenze. Questo lavoro parte dalla domanda <<Ho
considerato altre possibilità?>> e arriva a porsi altre
domande chiarificatrici (ed aggiungo: "ansiolitiche") del
tipo: <<se le cose non stessero così come io sto pensando,
cosa, invece, è potuto succedere? Come potrei spiegare questi
fatti in altri modi?>>.
La signora Chiara una sera, arrivate le nove, si allarmò
perché il figlio non era ancora rientrato in casa. "La testa",
riferisce <<me ne diceva tante... Vivevo un forte senso di
paura e tristezza>>. Il pensiero dominante era unicamente
quello che poteva essere successo qualcosa di grave per la
vita del figlio... <<gli sarà successo un incidente!>> più
tempo passava, più la signora sentiva crescere il suo
malessere... la realtà veniva filtrata dalla tendenza della
signora a catastrofizzare e dal suo ragionamento emotivo; il
risultato era diventato: <<mi sto sentendo male... allora è
vero che a mio figlio è successo qualcosa di grave>> da qui
iniziò una serie di telefonate in tutti i pronto soccorso
della città... la paura, la tristezza cresceva. L'idea che una
tragedia avesse colpito il figlio bloccava ogni alternativa:
la signora vedeva come causa del ritardo unicamente un
incidente. Fu a quel punto che finalmente il figlio rientrò in
casa spiegando alla mamma che nel rientro a casa aveva trovato
molto più traffico del solito e che, per giunta. in centro
aveva trovato una deviazione di marcia in quanto la strada era
impedita… da una fiera del dolce. La signora Chiara si
tranquillizzò subito, ma la cosa più importante è che si
accorse di aver esagerato a pensare subito a qualcosa di
grave, che ci sarebbero state molte altre alternative più
verosimili a giustificare quel ritardo, e che, anzi,
concretamente, non aveva avuto nemmeno una prova per essere
così convinta com'era di un guaio; riconobbe che non aveva
nemmeno tentato di spiegare il ritardo in altro modo,
riconobbe di essersi sentita molto male e che avrebbe potuto
evitarlo... forse soltanto anche provando a chiamarlo sul suo
telefonino (cosa che non pensò minimamente di fare). La
signora Chiara si ripromise che avrebbe fatto tesoro di questo
"spavento" e che se fosse successo nuovamente qualcosa di
simile, avrebbe prima di tutto cercato e considerato tutte le
alternative possibili . . .
|