Tachicardia e attacchi di panico
Qual è la causa principale di un attacco di panico? …E’ la paura di avere un attacco di panico.
Vedremo come proprio la paura di poter avere un attacco di panico è la causa predisponente ad una crisi di panico: si ha paura che si presenti una crisi e, proprio questa paura fa in modo di predisporre il paziente ad una crisi.
Proprio per questo motivo, il miglior modo per controllare una crisi e, a lungo andare, risolvere il disturbo è smettere di avere paura. Ma come fare a smettere di temere?
Un grosso cambiamento si ottiene quando si riesce a controllare i pensieri catastrofici che anticipano i sintomi: pensieri come quelli legati alla paura di poter morire e di non poter riuscire a gestire e controllare la crisi. Sebbene i sintomi sono intensi e le sensazioni che si provano molto sgradevoli, si può iniziare a vedere le espressioni sintomatiche in modo più realistico ed, in questo modo, dare ai sintomi una giusta valenza, quindi preoccuparsi del panico nella giusta misura rispetto a quello che effettivamente sta succedendo e non sulla base di quello che si pensa e si teme possa accadere.
Quando i pazienti hanno un attacco di panico solitamente interpretano il battito cardiaco accelerato come la probabilità di avere un infarto cardiaco.
E’ utile chiarire alcuni punti per cui il paziente con attacchi di panico ha queste paure:
Il cuore batte così forte che sembra poter scoppiare da un momento all’altro (in realtà la tachicardia durante la crisi non ha nulla a che fare con l’infarto)
Durante la crisi si può avvertire un dolore al petto (il dolore toracico che si può provare durante una crisi non ha nulla a che fare con il dolore toracico legato a sofferenza cardiaca)
Il cuore che batte forte in questo caso è soltanto legato al meccanismo di risposta “lotta o fuga”, ossia il cuore sta preparando il corpo a rispondere con fronteggiamento o con allontanamento alla situazione di pericolo. Quindi il cuore che batte forte, in questa circostanza sta rispondendo bene rispetto a come è programmato a fare, così come non c’è nulla di preoccupante se il cuore batte velocemente dopo aver fatto uno sforzo fisico, come ad esempio una corsa, aver sollevato dei pesi, aver salito di corse le rampe di scale di scale di un condominio.
E’ chiaro che il paziente non ha queste chiavi di lettura per leggere l’aumentare la frequenza cardiaca, invece si lascia travolgere dalla paura derivante da personali credenze e valutazioni su quello che sta accadendo:
solitamente non si è abituati ad una frequenza del battito cardiaco così elevata in momenti al di fuori di quando si sta facendo attività fisica;
il paziente teme che la crisi di panico durerà molto a lungo e inizia a temere che il cuore non riuscirà a battere così velocemente per tutto il tempo che durerà la crisi stessa portando ad un infarto cardiaco.
E’ utile iniziare a chiedersi quanto tempo è durata la crisi di panico nelle precedenti esperienze:
sicuramente si arriverà ad ammettere che le crisi sono durate soltanto pochi minuti; questo perché il nostro corpo è programmato ad avere queste risposte di ansia solo per un breve periodo (massimo 20 muniti) e bisogna capire che il cuore è un muscolo che può reggere ritmi accelerati anche per periodi molto più lunghi senza subire il minimo danno (basta pensare a quello che accade durante una gara podistica).
Articolo a cura: Dott. Pierpaolo Casto – Psicologo e Psicoterapeuta – Specialista in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale
Si consiglia la visione del seguente approfondito video:
“Attacchi di panico e infarto del cuore” (A cura del Dott. Pierpaolo Casto)