Attacco di panico: sintomi e cause
La reazione di panico è una reazione normale quando c’è una situazione di imminente pericolo di morte favorendo l’emergenza. Si identifica come patologico il disturbo di panico quando la stessa reazione avviene senza motivo, spontaneamente.
Fondamentalmente, i sintomi di un attacco di panico sono: difficoltà di respirazione, sensazione di morte, vertigini, aumento della frequenza cardiaca, sudorazione, mancanza di respiro dolori al petto. Questi sintomi raggiungono la massima intensità entro 10 minuti e solitamente scompaiono in pochi minuti e, quindi, non è possibile per il medico osservarli. Essi provocano nelle persone una sensazione di disagio fisico e mentale, insieme ad un comportamento di fuga.
La paura di avere un altro attacco, imprevisto o senza un motivo apparente, porta spesso le persone ad avere in anticipo la possibilità di ricomparsa di un attacco (causando ansia anticipatoria) e si evitano, in questo modo, luoghi dove in precedenza si sono avuti attacchi.
Poiché i sintomi di un attacco di panico coinvolgono molti organi vitali, ci si preoccupa spesso di pensare di essere affetti da un problema di cuore, di polmoni o di testa e si cerca l’aiuto di un medico o ci si dirige verso un servizio di urgenza, che spesso conduce a molteplici esami ed interventi.
Anche se gli attacchi di panico sono fastidiosi (forma a volte estrema), non comportano pericolo di vita.
Fattori di rischio
Le cause di attacchi di panico sono sconosciuti.
Circa 1,5 a 2% di persone sono colpite da questo disturbo, con un’incidenza del disturbo di panico circa due volte superiore nelle donne rispetto agli uomini.
L’età di esordio è intorno all’età di vent’anni, si può, tuttavia, iniziare anche durante l’infanzia o la vecchiaia. La donna di 30 anni ha una maggiore incidenza di questo disturbo.
Il disturbo di panico può anche coesistere con altri disturbi ,come la depressione e l’abuso di sostanze.
L’ansia e disturbo di panico hanno una maggiore prevalenza di accadimento nei parenti di primo grado di pazienti affetti, suggerendo un’influenza genetica.
L’iperreattività del sistema simpatico, l’aumento della tensione muscolare e l’ iperventilazione sono altri fattori di rischio.
Recenti evidenze indicano che le alterazioni in biochimica del cervello, soprattutto in noradrenalina, serotonina e l’attività di acido gamma-aminobutirrico, possono anche contribuire al disturbo di panico.
Recenti ricerche indicano che l’attivazione anomala dell’amigdala è associata ai disturbi d’ansia.
I sintomi sono:
a) L’esistenza di diversi attacchi da settimane o mesi. La presenza di un attacco di panico porta ad una preoccupazione significativa di subire altri attacchi.
b) Tra i vari sintomi, almeno quattro dei seguenti devono essere presenti:
1 frequenza cardiaca accelerata o sensazione di disagio.
2 sudorazione diffuse o localizzate (mani o piedi).
3 tremolio alle mani o alle estremità o diffusa in tutto il corpo.
4 sensazione di soffocamento o di difficoltà di respirazione.
5 imminente sensazione di svenimento.
6 dolore o fastidio al petto (che porta molte persone a pensare di avere un attacco di cuore.
7 nausea o disturbi addominali.
8 vertigini.
9 spersonalizzazione (una sensazione di non essere se stessi) o derealizzazione (sensazione che il mondo o l’ambiente circostante siano diversi, come fosse un sogno).
10 paura di impazzire o di perdere il controllo di se stessi.
11paura di morire.
12cambiamenti di sensazioni tattili, come intorpidimento o formicolio nel corpo.
13brividi.
c) Ci sono sostanze che possono causare reazioni di panico, come gli stimolanti. Quando si verifica il panico sotto questo effetto, non si può attribuire questa diagnosi, in quanto non può essere il risultato di altri stati di ansia precedenti.
Gli studi a lungo termine di un decennio mostrano che circa il 10% dei pazienti rimangono sintomatici dopo questo periodo, vale a dire, continuano ad avere attacchi di panico quando i farmaci vengono sospesi.
È importante notare che il trattamento non cura il panico ma opprime solo i sintomi e permette al paziente di avere una vita normale. La sospensione del trattamento, però, potrebbe portare ad una ricaduta se non è stata una remissione spontanea del disturbo. Tuttavia, anche quando il trattamento è correttamente condotto, non vi è alcuna garanzia di cura.
Articolo a cura: Dott. Pierpaolo Casto – Psicologo e Psicoterapeuta – Specialista in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale
Si consiglia la visione del seguente video:
“Attacchi di panico: cosa sono, i sintomi e le cause” (A cura del Dott. Pierpaolo Casto)