Attacco di panico: infarto o attacco di cuore
La maggior parte dei sintomi degli attacchi di panico sono sintomi fisici e, a volte sono così gravi, che le persone credono di avere un attacco di cuore; tant’è che anche dopo che la crisi è passata, la persona continua a credere di avere un problema cardiaco. In realtà, molti pazienti che soffrono di attacchi di panico ricorrono spesso al medico curante o al pronto soccorso nel tentativo di ottenere una diagnosi e un trattamento per quello che credono sia un problema medico e cardiaco che può mettere in pericolo di vita. Inizialmente questo atteggiamento del paziente è utile per scongiurare reali problemi cardiaci del paziente, per dare un’interpretazione a sintomi come il dolore al petto, la tachicardia, senso di oppressione. I pazienti raccontano spesso che tra i sintomi sono presenti anche disturbi cardiaci e che sono proprio questi quelli che più spaventano e chiedono ricorso a cure mediche. Nelle corse verso l’ospedale, nella maggior parte dei casi, vengono lamentati disturbi cardiaci che il paziente avverte durante la crisi. Naturalmente nella stragrande maggioranza dei casi non si rilevano reali problemi del sistema cardio-circolatorio. Tuttavia, nelle fasi iniziali, è importante escludere ogni possibilità di un danno fisico. Qualora ci fosse un problema cardiaco l’intervento medico specialistico potrebbe essere assolutamente necessario per salvare la vita del paziente. In molti casi i problemi lamentati dal paziente non hanno natura organica; quindi il paziente dovrebbe assolutamente tranquillizzarsi in modo definitivo e cercare le cause e la cura in altro luogo. È vero che il disturbo di attacchi di panico presenta dei sintomi che possono far pensare anche ad un problema cardiaco, tuttavia questo sintomo insieme agli altri dev’essere risolto con una psicoterapia e non con cure cardiologiche, né tantomeno con farmaci. Infatti sebbene i farmaci beta-bloccanti possono aiutare nel controllare il ritmo cardiaco in un cuore malato, non c’entra assolutamente nulla come trattamento della tachicardia avvertita dal paziente riferita agli attacchi di panico, anzi utilizzare questi farmaci quando non c’è un reale bisogno organico, è dannoso per il benessere del cuore e del paziente stesso.
Il paziente che ha già verificato il corretto funzionamento del suo cuore e la salute della morfologia cardiaca deve pensare ad una cura psicologica per risolvere il problema.
Da ricordare sempre che il cuore con l’aumento della sua frequenza cardiaca risponde automaticamente alla percezione che il paziente ha di paura. Quindi ogni qualvolta il paziente crede di trovarsi in una situazione pericolosa e risponde emotivamente con sentimenti di paura, avrà come conseguenza un aumento della frequenza cardiaca. Tuttavia si sottolinea come già è stato descritto in altre pagine che proprio questo aumento della frequenza cardiaca prepara i muscoli a difendersi da eventuali reali pericoli. Se ci fossero pericoli reali nell’ambiente, il cuore, pompando più forte darebbe più sangue e ossigeno ai muscoli per poter rispondere con fronteggiamento o fuga alla situazione pericolosa. Il battito cardiaco accelerato è necessario per fronteggiare o allontanarsi da uno stimolo realmente pericoloso. Tuttavia il problema è che il paziente nella maggior parte dei casi non si trova affatto in una situazione realmente pericolosa. Per questo motivo la sua risposta psicologica e fisica non è adeguata alla situazione che sta vivendo. Proprio per questi motivi questo problema deve essere curato: perché il paziente inizia ad avere una risposta cardiaca inadeguata e inaccettabile rispetto al contesto, inoltre la qualità stessa della vita del paziente diventa sempre meno soddisfacente, anche perché continuando a temere questi improvvisi dolori al petto o battiti cardiaci accelerati, il paziente inizierà a limitarsi negli spostamenti e nelle attività quotidiane. Correlando i suoi spostamenti con una comparsa di sintomi cardiaci, rimanendo a casa o non esponendosi alle situazioni ambientali “ pericolose”, il paziente crede di riuscire a controllare il suo cuore. Ovviamente questa è soltanto un’illusione, in quanto, in qualsiasi momento, una volta innescato il pensiero di paura, il cuore continuerà a rispondere con aumento della frequenza. Il cuore è programmato in modo da accelerare nelle condizioni di pericolo, tuttavia è la mente che fa partire il segnale da inviare al cuore. Il cuore quindi funziona perfettamente rispondendo semplicemente a quello che la mente gli dice di fare; il cuore è semplicemente un servitore che obbedisce a quello che gli si chiede, il cuore deve aumentare la sua frequenza se la mente ritiene di trovarsi in pericolo e di conseguenza ordina di battere più forte. E’ la mente che deve essere riprogrammata a saper distinguere un pericolo reale da una credenza sbagliata e personale che il paziente si è costruito. La psicoterapia offre gli strumenti per riprogrammare lo stile conoscitivo dell’ambiente rispetto alle situazioni di pericolo e, quindi, offre altri modelli di lettura.
Articolo a cura: Dott. Pierpaolo Casto – Psicologo e Psicoterapeuta – Specialista in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale
Si consiglia la visione del seguente approfondito video:
“Attacchi di panico e preoccupazione di avere un infarto del cuore” (A cura del Dott. Pierpaolo Casto)